Home CRONACA Natale in copertina per Elena Cecchettin

Natale in copertina per Elena Cecchettin

Nelle redazioni dei periodici (settimanali, quindicinali, mensili e a volte edizioni speciali), qualunque direttore sa fin troppo bene che la sua prima gatta da pelare, prima di dare il “visto si stampi” a un numero, è la copertina. A torto o a ragione, è opinione comune che sia la vetrina del giornale e che influisca decisivamente sulle vendite in edicola.

L’Espresso, what else?

Ed eccoci alla “strenna di Natale” del glorioso settimanale L’Espresso, appena uscito con una copertina dedicata a Elena Cecchettin, la sorella 24enne di Giulia, assassinata da Filippo Turetti. La scelta della foto, scattata da Ilaria Magliocchetti Lombi, è densa di messaggi subliminali: la ragazza è vestita di nero, trucco lieve, espressione intensa e sofferta. È ritratta di tre quarti e una lama di luce bianca si proietta sull’occhio e sulla tempia destri. Porta solo una collanina e il piercing al naso, i capelli sono raccolti in due trecce.

Eletta “donna dell’anno”

Leggiamo insieme la presentazione sul profilo Instagram del settimanale: “L’Espresso ha scelto Elena Cecchettin come persona del 2023. Le sue parole sul patriarcato e la cultura dello stupro hanno impresso a un dolore familiare la cifra della responsabilità collettiva per la lunga catena di femminicidi che hanno scandito l’anno che stiamo per lasciarci alle spalle. Una lucida diagnosi la sua, ribadita nel colloquio che Elena ha avuto con Susanna Turco. «Sono contenta – ha detto Elena Cecchettin – che quelle parole siano state prese sul serio e che di fatto le persone abbiano iniziato ad avere voglia di realizzare quel cambiamento che già desideravano».

Le polemiche

Lanciata anche su X, la copertina con Elena Cecchettin ha raccolto consensi e al tempo stesso aspri dissensi: “Tutta politica, tutta propaganda, tutta ideologia. Fate schifo allo schifo”. “Caduta in disgrazia un’influencer se ne fa un’altra”, “Sarò strana io, ma se mia sorella venisse barbaramente uccisa non mi verrebbe mai in mente di andare a posare per un servizio fotografico per una copertina un mese dopo il suo ritrovamento. Il dolore spettacolarizzato. Questa società è malata di immagine, lo trovo sconfortante”.

Articolo precedenteNella linda e perfetta Svizzera, la droga circola a fiumi e costa meno di una birra al pub!
Articolo successivoLa Corte Ue getta la bomba nel mondo del calcio: addio privilegi Fifa e Uefa, si passa alla libera concorrenza