Il ladro d’arte
Una nuova opera di Banksy, venerdì 22 dicembre, è stata rubata a Londra. Su un segnale di stop, l’artista aveva applicato le sagome di tre droni da combattimento: un chiaro messaggio di pace. Nel video, viene ritratto il ladro d’arte, aiutato da un complice, mentre strappano via il segnale da un palo tra Southampton way e Commercial way, nel quartiere di Peckham.
Per farlo l’uomo si è servito di una bici e, una volta su, con qualche colpo, è riuscito a staccare il cartello. Quindi è poi scappato con la refurtiva. Non importa quanto profondo possa essere il gesto, ribelle, significativo. In questo mondo, se si tratta di guadagno, anche ciò che è attaccato al pavimento si prende.
Ma chi è Banksy?
Classe 1974, Bristol, massimo esponente dell’arte di strada e writer, attraverso le sue opere riesce a comunicare al mondo il suo pensiero: spesso ciò che dipinge ha un sfondo satirico, e riguarda argomenti come la politica, l’attualità e l’etica.
I suoi murales di critica sociale sono finiti su strade, muri e ponti di città in tutto il mondo (e meno male che fa quasi solo murales sennò gli rubavano pure quelli). Una passione, divenuta ormai lavoro, nata nella scena culturale underground di Bristol, che ha visto collaborare artisti e musicisti.
Ma Banksy non è il classico artista di strada, le sue opere vengono sempre prodotte in superfici visibili in pubblico. Non vede foto o cartoline che riproducono il disegno, ma è noto che i banditori d’asta cercano di vendere la sua arte sul posto, lasciando nelle mani dell’offerente vincitore il potere decisionale di rimuoverlo.
L’identità è mai stata svelata?
Nonostante il massimo impegno che lui ci metta, è normale che negli anni qualcosa possa sfuggire. Secondo il quotidiano inglese l’identità di Banksy sarebbe già stata svelata: si tratterebbe di Robin Gunningham, 53enne di Bristol del quale aveva già pubblicato una foto nel 2008. Un’immagine che ritraeva un tizio dai capelli ricci e occhiali da sole, jeans e camicia blu dalla quale faceva capolino una maglietta bianca. L’uomo venne fotografato in Jamaica mentre, chinato, stava davanti ad una valigetta nera dalla quale spuntano fogli e cartoncini. Accanto a lui, buttati per terra in quello che sembrerebbe un parcheggio, una bottiglietta d’acqua e un foglio dal quale appare ritagliata la sagoma di quello che potrebbe essere un palloncino. Esatto… l’immagine iconica, per eccellenza, di Banksy: il palloncino!
Opere di Banksy in Italia
Opere a Napoli
In quanto città più contraddittoria d’Italia, Napoli è stata scelta da Banksy come prima città italiana in cui lasciare testimonianza del proprio passaggio. È in pieno centro storico che spiccano i murales di Banksy, tra le cose da vedere a Napoli vicino alla stazione centrale.
La prima delle due opere, oggi coperta da un altro murales, si ispirava alla celebre Estasi della beata Ludovica Albertoni, del Bernini. Siamo in via Benedetto Croce e, a differenze dell’originale, la beata di Banksy andava in estasi per un panino con le patatine, simboli del consumismo.
La seconda opera si trova invece in Piazza dei Gerolomini: un muro scrostato, tra un antiquario e una piccola edicola votiva, espone oggi lo stencil di una Madonna con la pistola.
Banksy a Venezia
Il tempismo è tutto nell’opera di Banksy, che non a caso decide di fare il suo debutto a Venezia nel momento migliore per amplificare il proprio messaggio: all’inaugurazione della 58ª Biennale Internazionale d’Arte.
La notte dell’8 maggio 2019 sceglie di imprimere il suo messaggio a sostegno dei migranti su un vecchio muro che si affaccia sul Rio di San Pantalon, realizzando il suo Naufrago bambino, che con i piedi a mollo nell’acqua, indossa un giubbotto di salvataggio e alza verso il cielo un razzo segnaletico di colore rosa.