Una cittadina semideserta, una basilica vuota e il Cardinale Pierbattista Pizzaballa che dall’altare dice: «Da troppi anni ormai i palestinesi si sentono dire che “non c’è posto per loro”. È arrivato il momento che la comunità internazionale trovi una soluzione alla situazione di occupazione di cui sono vittime».
Gesù Bambino tra le macerie
C’è il presepe nella Piazza della Mangiatoia, col Bambin Gesù tra le macerie chiuso in un sudario bianco, come a Gaza seppelliscono i bambini morti sotto le bombe. Niente albero di Natale, al suo posto un’opera d’arte chiamata ‘Natività sotto le macerie’; nessuna decorazione come di solito durante le festività.
Il resto del mondo
La ministra palestinese del Turismo, Rula Maayah, spiega commossa: «Questo è il messaggio: il mondo intero sta festeggiando il Natale, ma non Betlemme. Betlemme quest’anno celebra il Natale in modo diverso, dicendo al mondo che la Palestina sta soffrendo. Questa Betlemme festeggia il Natale sotto le macerie. Non come tutte le altre persone al mondo».
Niente pellegrini
Betlemme è una città di straordinario valore simbolico, abitualmente meta di turisti e pellegrini che fanno tappa obbligata nella Chiesa della Natività. Non così quest’anno, il luogo di culto è vuoto come la testa di chi ragiona a suon di bombe.