La manovra del Governo Meloni per il 2024 è varata, con l’usuale immediato mugugno delle opposizioni e Conte, lancia in resta, che denuncia: «Avete tradito i vostri elettori». Matteo Salvini sarà soddisfatto: per il Ponte sullo Stretto, opera che vuole a tutti i costi, sono stati stanziati 11,6 miliardi fino al 2032.
Cuneo fiscale e aliquote Irpef
Confermato per il prossimo anno il taglio del cuneo, con 7 punti in meno di contributi sulle retribuzioni fino a 25 mila euro lordi, che scendono a 6 punti per chi prende fra 25 mila e 35 mila euro. Le buste paga si avvantaggeranno di circa 100 euro al mese, coinvolgendo quasi 14 milioni di lavoratori dipendenti. Le aliquote Irpef si riducono da 4 a 3 con l’accorpamento del primo e secondo scaglione sotto il 23%, andando a incidere sui redditi imponibili fino a 28 mila euro lordi (anziché 15 mila). Il risparmio medio d’imposta sarà di 160 euro annui.
Stretta sulle pensioni
Come riporta il Corriere della Sera, sarà più difficile andare in pensione prima dei normali requisiti per la pensione di vecchiaia (67 anni d’età e 20 di contributi) o di quella anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età, un anno in meno per le donne). La manovra, pur prorogando per tutto il 2024 Quota 103 (in pensione con almeno 62 anni d’età e 41 di contributi) ha introdotto una serie di paletti: il calcolo dell’assegno interamente col metodo contributivo, l’allungamento delle «finestre» (7 mesi per i lavoratori del settore privato e 9 mesi per i dipendenti pubblici) e un tetto all’importo della pensione (fino al raggiungimento dei normali requisiti) pari a 4 volte il trattamento minimo. Salgono i requisiti per Opzione donna (da 60 a 61 anni l’età, che scenda a 60 con un figlio e a 59 con due o più) e per l’Ape sociale (serviranno 63 anni e 5 mesi d’età e non più 63).
Trascurata Rita Levi-Montalcini
Nella Legge di Bilancio spariscono i fondi fondi per l’Ebri, il centro europeo per la ricerca sul cervello voluto dal Nobel Rita Levi-Montalcini. «È una decisione grave, della quale il Governo deve assumersi la responsabilità», denuncia il presidente della Fondazione, Antonino Cattaneo. «Questo segnale di sordità e di assoluta indifferenza delle Istituzioni verso un piccolo gioiello della ricerca italiana mi dà profonda amarezza e tristezza», continua Cattaneo, «e metterebbe chiunque di fronte alla gravissima decisione di interrompere il sogno di Rita Levi-Montalcini di avere in Italia un centro di ricerca sul cervello di livello internazionale, non potendo contare sull’apporto delle Istituzioni».