Preceduto da aspri diverbi e difficili trattative, l’euro viene tenuto a battesimo il primo gennaio 1999. Agli inizi usato solo come valuta elettronica, viene coniato ed entra in circolazione tre anni dopo. Benedetto dall’allora capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi: «Mi sono sempre definito un cittadino europeo nato in terra d’Italia: da oggi mi sento veramente tale. La moneta, esercizio e segno di sovranità nazionale, diventa europea. È un’utopia che diventa realtà, un traguardo senza precedenti che è un passo decisivo verso un’unione politica ed istituzionale sempre più stretta fra i paesi europei. I conflitti drammatici che hanno dilaniato il nostro continente sono superati per sempre».
Una voce fuori dal coro
Non tutti si accodano all’entusiasmo per la svolta storica. L’ex Governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, ben presto lamenta che «la stabilità della moneta avrebbe dovuto sostenere la crescita dell’economia e, invece, l’economia ha dovuto sostenere la moneta». I mal di pancia dei cittadini sono quasi immediati, quando si trovano in tasca le nuove banconote e le nuove monete. I trentenni di oggi non possono saperlo perché non hanno vissuto sulla propria pelle l’impoverimento del potere d’acquisto generato dall’euro. Il tasso di conversione fissato, un euro pari a 1.936,27 lire, per molti appare una beffa: i prezzi praticamente quasi raddoppiano, un bene che prima costava mille lire in poco tempo si attesta a un euro.
Leader lungimiranti
Chi avanzò dubbi sull’efficacia dell’euro venne ben presto liquidato come “euroscettico”. E ricordiamo la battaglia di Beppe Grillo, nel 2014, per un referendum in cui gli italiani avrebbero deciso se restare nella moneta unica o abbandonarla. «Non serve un referendum perché sarebbe un massacro per l’economia italiana. Io dico che, se la Lega va al governo, noi usciamo dall’euro», sosteneva nel 2016 Matteo Salvini, per poi smentire.
Vertici in festa
Tutti insieme appassionatamente, il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, stappano una bottiglia per il 25esimo anniversario. «Il primo gennaio 1999 l’euro entrava in vigore come moneta unica di 11 stati membri dell’Ue. Da un quarto di secolo al servizio della nostra economia, l’euro semplifica la vita di 350 milioni di persone in 20 paesi», dicono all’unisono. «La ragion d’essere dell’Europa è da sempre la possibilità di risolvere problemi che i Paesi non sarebbero in grado di affrontare da soli. Lo dobbiamo a leader lungimiranti che compresero che, per garantire la pace nel nostro continente, l’unica via era l’unione delle economie. Oggi l’euro è una componente imprescindibile della nostra quotidianità; ci facilita la vita, ci offre stabilità e rafforza la nostra sovranità. Ha semplificato la vita dei cittadini europei, che possono confrontare i prezzi, commerciare e viaggiare più agevolmente. Ci ha dato stabilità, salvaguardando la crescita e l’occupazione durante una serie di crisi. Inoltre, emettere la seconda valuta più importante al mondo rafforza la nostra sovranità in un mondo scosso dagli eventi».
Sua Maestà l’Inflazione
Sul Corriere della Sera, si legge: “L’euro ha eliminato i costi delle fluttuazioni dei tassi di cambio, proteggendo i consumatori e le imprese della zona euro da costose oscillazioni dei mercati valutari che, in alcuni Paesi, erano solite minare la fiducia, scoraggiare gli investimenti e causare instabilità economica. Per quel che riguarda i prezzi che — secondo la propaganda degli euroscettici sarebbero aumentati per colpa dell’euro — vale la pena ricordare che dagli anni ’70 agli anni ’90 l’Italia registrava in media tassi di inflazione dell’11,5% all’anno, con punte superiori al 20%. Con l’arrivo dell’euro l’inflazione è crollata, malgrado alcune categorie abbiano approfittato del passaggio lira-euro per ritoccare al rialzo i prezzi, e fino al 2020 sembrava essere sparita. Malgrado negli ultimi due anni l’inflazione sia tornata a crescere, prima con la pandemia e poi con le guerre, e la politica delle banche centrali per controllare i prezzi non si sia sempre rivelata efficace, l’inflazione italiana non è mai più arrivata a quei livelli”. E la Grande crisi del 2008? Nessuno ha voglia di ricordarsene.