Ce lo insegna Dostoevskij, che fu schiacciato dai debiti di gioco: ci sono persone che si rovinano alla roulette e svendono i propri beni pur di continuare, compulsivamente, a puntare forti somme. La ludopatia è un disturbo che ha messo seriamente nei guai anche personaggi di casa nostra, per esempio Pupo. E noi di Dillinger abbiamo scoperchiato il pentolone bollente delle scommesse dei calciatori. Eppure il Corsera Milano titola: “Punta 3 euro al casinò e ne vince 217 mila”. Come a dire avanti popolo, giocate d’azzardo, la fortuna è dietro l’angolo…
Abbiamo vinto il Festival di Sanremo
Avere circa sessant’anni e vivere nell’hinterland milanese, in un Paese come il nostro dove i risparmiatori sono una tradizione, può permettere anche di avere una seconda casa a Sanremo. È il caso di questo signore che, la sera di Capodanno, come d’abitudine è andato al casinò. È un tipo prudente: rischia solo cifre modeste e, racconta, «ho sempre vinto solo piccole somme».
Slot machine benedetta
Era insieme a sua moglie, la notte di San Silvestro, poco dopo le 23. Infila 3 euro in una slot machine vecchio stile e fa jackpot: vince 217 mila euro. Era da prima del Covid che al Casinò di Sanremo non si registrava un botto del genere: «Ma di solito», spiega la direzione, «ogni quattro o cinque anni viene riscossa: siamo un casinò baciato dalla fortuna, come ricordiamo». Baciato dalla fortuna sicuramente, il casinò: ma ricordando la canzone Uno su mille ce la fa, una vincita quante perdite può costare agli sfortunati che si illudono di poter cambiare la propria vita?