Vacanze di Natale ha già festeggiato i 40 anni dalla sua prima diffusione nelle sale, tornando sui grandi schermi restaurato e rimasterizzato il 30 dicembre scorso. In una sola giornata, ha incassato circa mezzo milione di euro. Logico che i produttori Aurelio e Luigi De Laurentiis cavalchino la loro tigre: ed eccolo di nuovo in programmazione per l’Epifania, con l’invito al pubblico di indossare un dress code anni Ottanta per presentarsi al cinema.
Sessista e volgare?
Il film incassa però anche una stroncatura indiretta. Il giornalista del New York Times Jason Horowitz bolla il filone detto “cinepanettoni” come «sessista e volgare». Ribatte Enrico Vanzina, sceneggiatore a quattro mani col fratello Carlo, scomparso nel 2018: «Vacanze di Natale non è un cinepanettone, dunque le critiche non mi riguardano. Non aggiungo altro perché non voglio alimentare alcuna polemica».
Cosa è restato degli anni Ottanta
Vacanze di Natale è stato girato a Cortina d’Ampezzo, scelta come simbolo di un’Italia alla caccia di status symbol e sogni di ricchezza. Tratteggia figure diventate parte dell’immaginario collettivo come il nuovo ricco romano d’epoca o il milanese bauscia, spavaldo e spaccone. Nel cast tante chicche, inventate da Jerry Calà, Christian De Sica, una Stefania Sandrelli alle sue prime esperienze con il genere comico dopo i film di Bertolucci, Germi e Comencini. Da segnalare uno dei migliori caratteristi del nostro cinema, Guido Nicheli, insuperabile nell’interpretare il cummenda che si pavoneggia al volante: «Via della Spiga-Hotel Cristallo di Cortina: 2 ore, 54 minuti e 27 secondi. Alboreto is nothing». Una battuta diventata cult.
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