Il suo nome è emerso durante le indagini sulle scommesse illecite che abbiamo contribuito a svelare con i inostri articoli. La Procura di Torino ha interrogato alcuni giocatori famosi, scoprendo che per lo scambio sicuro di informazioni facevano ricorso ad un’app di messaggistica: Threema. Uno strumento che permette di contattare le persone senza dover divulgare i numeri di telefono o dettagli email, garantendo in questo modo il più completo anonimato.
Cos’è Threema
Si tratta di un’alternativa a WhatsApp, con oltre dieci anni di storia alle spalle, che in cambio di un prezzo piccolissimo offre moltissimi vantaggi. Non si tratta quindi di una novità, anche se per oltre un decennio è stata ben poco conosciuta. Viene dalla Svizzera e, proprio per questo motivo, è l’unica app di messaggistica usata dai membri dell’esercito svizzero. Dispone di 200 volte meno utenti di WhatsApp (circa 10 milioni contro 2 miliardi) perché è a pagamento ma, come dice l’azienda che sviluppa l’app, “vale la pena pagare per la privacy“. Il costo dell’app, d’altronde, è veramente irrisorio e vale la pena di iniziare a prendere la mano con questa piattaforma perché, vista la recente normativa europea sulla privacy (GPDR) e sui servizi e mercati digitali (DSA e DMA), è molto probabile che WhatsApp si trasformi in futuro in qualcosa di molto meno attraente…
Il suo fondatore
Threema è stata creata nel 2012 da Manuel Kasper con la sua piccola società kasper Systems, inizialmente pensandola per il mondo iPhone-iOS. Successivamente, con l’aiuto di due sviluppatori, è stata rilasciata anche la versione Android, l’anno successivo. Quando nel 2014, Facebook ha acquistato WhatsApp, Threema ha raddoppiato la sua base di utenti in 24 ore!
La principale differenza con WhatApp
Molto simile a WhatsApp, permette lo scambio di messaggi di testo, foto, video, file di grandi dimensioni, creare sondaggi, formattare il testo e molto altro. La differenza principale da WhatsApp risiede nella gestione dei dati dell’utente. Mentre WhatsApp è legato al numero di telefono, sul quale si basa l’account, Threema può essere utilizzato senza fornire alcun numero, indirizzo email o altro dato personale. Da la possibilità di registrarsi in modo completamente anonimo, perché l’app genera un cosiddetto Threema ID casuale e l’utente usa quello per connettersi alla piattaforma. Non a caso i nostri “giocatori ludopatici” la impiegavano per le loro illecite attività…
Maggiore sicurezza
E’ possibile anche collegare la propria rubrica telefonica e inserire ulteriori dati per essere riconoscibile dagli altri utenti, ma non è affatto obbligatorio. In più, Threema afferma di non raccogliere, né di inviare ai propri server, nessun dato dell’utente. Ad essere inviati sono solo i dati delle chat, che vengono elaborati con crittografia end-to-end prima di andare ai server di Threema in Svizzera. Nessun dato, quindi, esce dal territorio europeo in direzione degli Stati Uniti e, di conseguenza, tutti i dati vengono gestiti in modo conforme alle leggi europee (anche se, a ben guardare, la Svizzera non è formalmente membro UE).
Costa poco e garantisce molto
Una grande attenzione alla privacy ha un costo, ma è molto basso: solo 4,99 euro, da pagare una volta sola. Non si tratta, quindi, di una piattaforma in abbonamento mensile. L’aspetto della localizzazione dei server non è da sottovalutare: Meta, ma anche Telegram e Signal, sono sempre più sotto pressione da parte delle autorità europee, che chiedono a gran voce che gli utenti possano accedere ai propri dati e decidere come vengono gestiti. In teoria, consultando i dettagli dei regolamenti, tutte le piattaforme social e di chat dovrebbero permettere agli utenti di scambiarsi dati e messaggi senza alcuna barriera.
A breve potrebbe diventare un player sempre più diffuso
Sempre in teoria, quindi, un utente di WhatsApp un giorno dovrebbe essere in grado di inviare un messaggio ad uno di Telegram, o di iMessage. Ma non certo ad uno di Threema, perché questa piattaforma è ancora troppo piccola e, per la normativa europea, non può ancora essere considerata un cosiddetto Gatekeeper. Ma potrebbe diventarlo in fretta, se milioni di utenti stanchi di WhatsApp decidessero di provarla…