Una sentenza, quella datata 16 dicembre 2023, destinata a rimanere impressa nella storia del Vaticano. Il Tribunale dello Stato ha sentenziato a diversi imputati 37 anni di carcere. Una decisione epocale, sospettata di essere stata fabbricata in anticipo per alzare una cortina fumogena sulle vere “menti” del vecchio e nuovo mondo. Quelli che avrebbero ideato ed eseguito lo scandaloso “fattaccio londinese. La domanda che adesso si pone è una: dove sconteranno la pena i condannati?
Il caso è da considerarsi il più grosso scandalo finanziario della storia recente del Vaticano. Le accuse iniziali per il Cardinale Angelo Becciu erano di peculato, abuso d’ufficio e subornazione, cioè l’offerta di denaro a un testimone per manipolarne la deposizione. Insieme a lui accusate persone appartenenti al clero e membri del personale laico della segreteria di Stato, figure dirigenziali della Autorità di informazione finanziaria (l’autorità antiriciclaggio vaticana) e alcuni personaggi esterni del mondo della finanza internazionale.
49 i capi d’accusa
Il procedimento era iniziato il 27 luglio 2021 e ci sono state 86 udienze, che in alcuni periodi si sono svolte anche cinque o sei volte al mese. Coinvolgendo 10 persone, incluso Becciu, e quattro società, accusate in totale di 49 capi d’accusa. Il cardinale si è sempre dichiarato innocente, sostenendo di essere stato truffato dalle persone a cui si era affidato. I suoi avvocati hanno già annunciato che farà appello.
Vicino Santa Marta
A qualche decina di metri da casa Santa Marta, c’è una palazzina che ospita a piano terra il Tribunale. Nei piani superiori il convento dei frati francescani, confessori nella Basilica di San Pietro. Dopo l’aula delle udienze, una stanza è suddivisa in un paio di celle di sicurezza, naturalmente con sbarre e tavolaccio. Quando l’ex nunzio pedofilo Jozef Wesolowski fu arrestato (1914), fu ospitato proprio qui, libero di girare e di risolvere (questo è quello che si dice) la sua vertenza prima del processo, con un mix di superalcolici e farmaci. Paolo Gabriele, il traditore di papa Benedetto, come pure Gianluigi Torzi, per la detenzione durante gli interrogatori sono stati trattenuti nella caserma della Gendarmeria. Con un problema in più: di sera la caserma resta vuota e loro saltavano la cena: poveretti, chissà che fame..
Ospiti nelle nostre galere
L’articolo 22 del Trattato lateranense del 1929 parla chiaro. Infatti stabilisce che “a richiesta della Santa Sede e per delegazione… nei singoli casi o in modo permanente, l’Italia provvederà nel suo territorio alla punizione dei delitti che venissero commessi nella Città del Vaticano». Ovviamente, con spese sono a carico del Vaticano. Ci mancherebbe che dovessimo sostenerle noi contribuenti italiani…
Qualcuno malignamente ipotizza che, giusto per fare un po’ di saving economico – che di questi tempi non guasta – papa Francesco nel 2021 ha stabilito che le pene non superiori a due anni rimangono sospese per cinque.