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TikTok oscura la guerra tra Israele e Hamas… non certo per un anelito pacifista

TikTok ha preso la decisione di nascondere la guerra tra Israele e Hamas sulla sua piattaforma. La funzione di ricerca libera tra gli hashtag più popolari è stata rimossa e tutti i riferimenti al conflitto sembrano non essere più indicizzati. Secondo l’azienda, questa scelta è stata fatta a causa degli abusi da parte di alcune organizzazioni che utilizzavano la funzione di ricerca per trarre conclusioni imprecise.

Inoltre, TikTok ha limitato l’accesso ai suoi dati esterni tramite il Creative Center, uno strumento che consente agli utenti di monetizzare i propri contenuti. Questa decisione è stata presa dopo che ricercatori indipendenti hanno utilizzato lo strumento per analizzare i contenuti legati alla geopolitica e alla guerra tra Israele e Palestina.

Cosa è successo a TikTok?

Attualmente, nel Creative Center non è più possibile effettuare una ricerca libera degli hashtag. È possibile solo visualizzare i 100 hashtag più cliccati in diversi settori commerciali e solo nel proprio Paese. Inoltre, i termini relativi al conflitto arabo-israeliano non sembrano essere indicizzati.

La conferma di TikTok

TikTok ha confermato i cambiamenti e ha spiegato che sono stati fatti per prevenire abusi della funzione di ricerca. L’azienda è stata criticata per la sua capacità di moderare i contenuti e per i sospetti di un’influenza da parte del governo cinese sulla piattaforma. La decisione di nascondere i dati relativi al conflitto è stata presa in seguito a un rapporto presentato dal Network Contagion Research Institute della Rutgers University. Il rapporto ha evidenziato come TikTok sottorappresentasse argomenti politicamente sensibili rispetto ad altre piattaforme social come Instagram.

Urge una regolamentazione

Gli esperti sottolineano la necessità di una regolamentazione che permetta agli enti di ricerca esterni di accedere ai dati delle piattaforme social. Lasciare alle piattaforme stesse la decisione sulla trasparenza potrebbe non sempre essere nel migliore interesse della società, dei giornalisti e dei ricercatori.

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