Home CRONACA Cairo, sindaco “urbano” a Milano? A lui non dispiacerebbe affatto…

Cairo, sindaco “urbano” a Milano? A lui non dispiacerebbe affatto…

“Io sindaco di Milano? Perché no, la adoro, è la mia città!”. parola di Urbano Cairo, presidente del Torino ed editore di Corriere e La7, ai microfoni di Un giorno da pecora su Radio Rai 1. L’editore ha poi spiegato che si è trattato di “un divertente scambio di battute. Se accetti di andare a Un giorno da pecora, stai al gioco. Poi, certo, mi viene chiesto con una certa frequenza se sono disponibile a entrare in politica. La mia risposta è che nella vita mai dire mai”.

Ai tempi Salvini lo indicò come primo cittadino

Matteo Salvini tempo fa lo segnalò per la candidatura a sindaco di Milano: “Sì, io però ho scelto di scalare Rcs. A malincuore ho rinunciato. Non so neanche se sarei stato adatto a fare il sindaco con Salvini. Io sono di centro, proprio di centro. Come Renzi? Renzi è molto bravo, peccato che oggi non abbia più il consenso di una volta. Anche Calenda è molto bravo”. Sempre parlando di politica ha aggiunto: “Meloni? Si sta impegnando molto, ha fatto buone cose in politica estera ma ha tanti problemi da risolvere. E il mondo migliore di farlo non è giocare in difesa ma andare all’attacco”. La chiosa è ad effetto: “Salvini ha detto che il decreto Crescita è immorale? Non capisco. Se ti permette di portare in Italia campioni che pagano le tasse,anche se un po’ meno del massimo, è comunque un vantaggio per lo Stato perché senza il decreto questi campioni non verrebbero. È anche un vantaggio per il campionato di serie A, per lo spettacolo, e per le persone a casa che si divertono di più. Il calcio è l’unico settore che non ha avuto nulla durante il Covid. Ma porta all’erario 1,3 miliardi, ne genera 16 con le scommesse , di cui 2 vanno allo Stato, e occupa quasi 200 mila persone”.

Un tempo ci fu pure un Presidente che diventò capo del governo…

Naturalmente parliamo di Berlusconi. Col quale Cairo visse una stagione lunga e ricca di episodi. Cominciata nel lontano 1981 quando il giovane Urbano, 24enne, mentre era in procinto di laurearsi ed era sotto naja, ascolta alla radio un’intervista a Silvio Berlusconi nella quale l’imprenditore milanese dice che se qualche giovane ha una buona idea di rivolgersi a lui. Detto, fatto: insistendo con la sua segretaria, Cairo ottiene un colloquio con Berlusconi passando per Marcello Dell’Utri. Il fondatore della Fininvest lo prende in prova come assistente personale. Dal 1982 lavora in pianta stabile per le sue aziende; in quell’anno è il responsabile dell’acquisizione dell’emittente televisiva Italia 1 da Edilio Rusconi. Cairo rimane al fianco di Berlusconi fino all’età di 28 anni.

Tanti ruoli diversi

Nella sua carriera nelle aziende di Berlusconi, assume svariati ruoli dirigenziali: direttore commerciale e vice direttore generale di Publitalia ’80, amministratore delegato di Mondadori pubblicità (concessionaria di pubblicità della casa editrice). Negli anni 1991-1995 porta la concessionaria da 390 miliardi di lire a quasi 500, conquistando otto punti di quota di mercato in più. Nel 1995 la Fininvest scioglie il contratto con Cairo che, da allora, prosegue la carriera mettendosi in proprio.

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