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La rivolta dei consumatori traditi dal pandoro rosa. Peccato che il rimborso del Codacons sia praticamente un miraggio…

Un nuovo ed inaspettato risvolto sul caso che sta tenendo banco in questo pediodo, il Balocco-gate. Sono arrivate, come pioggia sul bagnato, già oltre 255 segnalazioni dai consumatori. “Noi, traditi e truffati”. Il Codacons dichiara: Previsto un rimborso di 500 euro per “danno morale” agli utenti ma ad una condizione… che difficilmente potrà essere verificata.

Le segnalazioni arrivate al Codacons

La Procura, che indaga sul caso del pandoro griffato Chiara Ferragni, è pronta ad acquisire le segnalazioni raccolte dal Codacons. A ieri sera, erano 255 e sicuramente aumenteranno nelle prossime ore. A parecchi brucia l’aver acquistato quel dolce natalizio convinti di fare beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino. E poi, diciamocelo… a tutti fa gola guadagnare 500 euro in maniera veloce e facile. Peccato che i soldi facili sono sempre difficili da mettere in tasca. Sono infatti in pochissimi ad aver conservato lo scontrino di una spesa fatta prima di Natale…

Bisogna avere lo scontrino, una condizione che sa di beffa

A inizio settimana prossima le e-mail saranno consegnate alle fiamme gialle di Milano con nomi e cognomi dei mittenti. Spetterà a loro analizzare e raccogliere le eventuali querele, a partire anche dalle segnalazioni arrivate al Codacons. Un consumatore, nella sua missiva spiega di aver “acquistato sia il pandoro che l’uovo di Pasqua della Ferragni per mia figlia, anche per la beneficenza tanto decantata. E’ un imbroglio, pur non essendo più in possesso di nessun scontrino”.

Gli acquirenti in rivolta

Un altro consumatore racconta che “ingannato dalla pubblicità della signora Ferragni, comprai per tutti gli amici e la mia famiglia circa 30 pandori, convinto che il differenziale tra prezzo standard e prezzo applicato andasse all’ospedale pediatrico”. C’è anche chi spiega che non vuole alcun rimborso per la somma pagata per l’acquisto del pandoro ma che definisce l’intera vicenda “disdicevole”. Una ragazza spiega invece che intende chiedere il rimborso in quanto “ci sentiamo traditi e truffati, perché per noi è stata una spesa che abbiamo fatto con il cuore”.

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