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Per lo zio di Avetrana sta per scattare il “fine pena”. Ma lui continua nel tentativo di salvare moglie e figlia: un padre modello

C’era una volta lo zio d’America, quello che ti lasciava senza fiato per un’improvvisa, inaspettata eredità in grado di cambiarti la vita da un giorno all’altro. Lo zio Sam, personificazione nazionale degli Stati Uniti d’America, un personaggio citato per la prima volta durante la guerra anglo-americana del 1812 (la sua prima illustrazione risale, invece, al 1899).

Figlio di una terra rimasta nel passato

Noi italiani, molti anni dopo, abbiamo avuto Michele Misseri, tristemente noto come lo zio più famoso d’Avetrana, figlio di quell’Italia rurale e degradata, dove le parole si incastrano fra i denti e ne escono sgrammaticate e confuse. Un figlio della terra che ha iniziato il personale conto alla rovescia verso la libertà.

Detenzione quasi finita

Oggi ce lo immaginiamo nella sua cella di Lecce, intento a spuntare i giorni che gli rimangono da scontare nella sua cella del carcere di Lecce. Sta infatti per scoccare il “fine pena” che lo riguarda. Quello per il contraddittorio caso dell’omicidio della nipote 15enne Sarah Scazzi, uccisa nell’estate del 2010 ad Avetrana. Chi resterà in gabbia, a Taranto, saranno, invece, sua moglie Cosima Serrano e sua figlia Sabrina, condannate all’ergastolo perché ritenute le vere carnefici di Sarah. Anche se zio Michele, continua a ribadire di essere lui l’unico assassino, nello strenuo tentativo di salvare la sua famiglia.

Zio Michele sarà un uomo libero a fine febbraio

Michele finirà tra poco più di un mese di scontare la condanna a otto anni per soppressione di cadavere, dopo aver già goduto di una riduzione per buona condotta accordatagli come “detenuto modello”, senza dimenticare gli abbuoni derivanti dalla norma “svuota carceri”. Facendo un rapido conto… complessivamente più di 400 giorni che hanno tagliato di oltre un anno la sua detenzione, inzialmente prevista fino al 2025.

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