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È morta Giovanna Pedretti, la ristoratrice sotto i riflettori e poi criticata per la recensione in difesa di gay e disabili

Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano, proprietaria della pizzeria “Le Vignole”, aveva replicato a una recensione omofoba nei confronti del suo locale. Recensione che non aveva gradito e alla quale aveva risposto invitando l’ospite in questione a non tornare più tra le mura del suo locale. Purtroppo è stata trovata morta ieri pomeriggio sulle rive del Lambro.

L’inizio della fine per Giovanna Pedretti

Giovanna Pedretti per giorni e giorni viene presa ad esempio dai social e dai media in generale per la risposta data a questa recensione: “Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay. Non mi sono accorto subito perché sono stati composti, e il ragazzo in carrozzina mangiava con difficoltà. Mi spiaceva ma non mi sono sentito a mio agio. Peccato perché la pizza era eccellente e il dolce ottimo , ma non andrò più”.

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La risposta di Giovanna Pedretti

Alla quale lei aveva prontamente risposto: “Il nostro locale è aperto a tutti e i requisiti che chiediamo ai nostri ospiti sono l’educazione e il rispetto verso ognuno. Le sue parole di disprezzo verso ospiti che non mi sembra vi abbiano importunato mi sembrano una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole”. Prosegue dicendo: “A fronte di queste bassezze umane e di pessimo gusto credo che il nostro locale non faccia per lei. Non selezioniamo i nostri clienti in base all’orientamento sessuale e men che meno la disabilità. Le chiedo gentilmente di non tornare da noi a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati”. Ma, secondo Lorenzo Biagiarelli, compagno di Selvaggia Lucarelli, la recensione fatta da Giovanna era finta.

ALCUNE DELLE TESTATE CHE HANNO RIPRESO PRONTAMENTE LA VICENDA

L’attacco di Lorenzo Biagiarelli ripreso nelle storie dalla Lucarelli

E tra quelli per cui la recensione fatta da Giovanna Pedretti era falsa, c’è Lorenzo Biagiarelli, con man forte della compagna Selvaggia Lucarelli. Lui, come scritto in un suo post su Instagram, ha prontamente chiamato la ristoratrice e fatto lei una serie di domande davanti alle quali la donna si sarebbe trovata in difficoltà. Il post è stato ripreso dal profilo della Lucarelli, nelle storie, e Biagiarelli spiegava tutte le presunte incongruenze contenute nella sua recensione. Avremmo capito se questo lavoro lo avesse fatto la Lucarelli, essendo stata lei una giornalista e occupandosi di informazione, ma non capiamo come uno chef, che stava benissimo nel suo, abbia dovuto chiamare la ristoratrice con lo scopo di “VERIFICARE” e “INFORMARE”.

La shitstorm social e lo strano tempismo sulla morte

Ad alimentare la shitstorm social che è piombata addosso a Giovanna, anche il Tg3 dell’edizione delle 19:00, in cui l’inviato faceva presente alla donna che il font usato nelle recensione non fosse quello di Google e le continuava a chiedere “perchè?” su ogni cosa lei dicesse.

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Il corpo della titolare della pizzeria “Le Vignole” è stato recuperato dalle acque del fiume Lambro ieri pomeriggio. L’ipotesi più plausibile, finora, è quella del suicidio. Ma ipotesi da parte di chi? Dei giornalisti? Il tutto a meno di 24 ore dalla sua morte. Che sia così semplice che si inneschi una shitstorm è normale? Che si facciano ipotesi a destra e sinistra su questo o quel colpevole senza fermarci un attimo a riflettere è ancora concepibile? Si legge che la vittima avesse dei pregressi, dei problemi, ma allora perchè non verificare fin dall’inizio, prima di darla in pasto all’intera stampa italiana? E questo andrebbe fatto a prescindere da eventuali problemi del caso che un giornalista sta trattando

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