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In un mondo surreale come il nostro, mancava giusto il “decalogo dell’influencer”: ora sì che vivremo tranquilli grazie all’Agcom…

Dopo la vicenda Ferragni che, volente o nolente, ha dato un pesante scossone al settore dei vip online assurti al ruolo di maître à penser... l’Agcom fissa dei paletti per le garanzie nelle comunicazioni circa le linee guida sugli influencer, approvate lo scorso 10 gennaio all’unanimità dal Consiglio e pubblicate oggi online. Paletti che, per alcune personalità nefaste, dovrebbero essere di… frassino, come nel celeberrimo romanzo di Bram Stocker!

Il decalogo del perfetto opinionista social

Si tratta di un compendio di regole destinate a obbligarli al rispetto del Testo unico sui servizi di media audiovisivi. In particolare dedicati alle norme su trasparenza e correttezza dell’informazione, tutela dei minori e diritti della persona, trasparenza in materia di comunicazioni commerciali e product placement. Tutti argomenti sui quali, spesso e volentieri, i nostri “influenzatori di massa”, fanno finta di non conoscerne le dinamiche. Che ci sia voluto l’ormai strafamoso (e per certi versi “indigesto) pandoro rosa a dare una scossa ad un settore che, fino ad oggi, ha fatto il comodo suo, senza preoccuparsi di null’altro se non dei like?!?

Blocchi irreprensibili ed attività auspicabili

Un NO a caratteri cubitali su violenza, odio e discriminazione di ogni tipo. Invocando e disciplinando, invece, una corretta rappresentazione dell’immagine della donna. Ancora NO alla vittimizzazione secondaria, con elementi in grado di corresponsabilizzare la vittima di odio, lesione della dignità umana. BASTA con apologie e istigazione ai reati. PRECISI DIKTAT per il rispetto per i minori e divieto di pubblicare contenuti che possano danneggiarne lo sviluppo fisico, psichico, morale.

Da un milione in su

L’Agcom sottolinea come gli influencer svolgano “un’attività economica” con una precisa “responsabilità editoriale sui contenuti, che comprende il controllo effettivo sulla creazione, sulla selezione o sulla organizzazione dei contenuti” stessi”, forniscono un servizio che “ha un impatto rilevante su una porzione significativa di pubblico” e “un legame stabile ed effettivo con l’economia italiana”. Questo innovativo regolamente verrà applicato ai personaggi che vantano almeno un milione di follower sulle varie piattaforme o social media. Gli stessi, per essere oggetto di questa normativa, devono superare su almeno una piattaforma o social media un valore di engagement rate medio pari o superiore al 2%. In parole povere… devono aver generato commenti o like per almeno il 2% dei contenuti da loro pubblicati.

La verità: un valore da tutelare per l’Agcom


In base al decalogo dell’Autorità, questi soggetti devono evitare il ricorso a tecniche subliminali, sia nei contenuti informativi o di intrattenimento sia commerciali; rispettare le norme in tema di comunicazioni commerciali, televendite, sponsorizzazioni e inserimento di prodotti e il divieto di pubblicità occulta, nonché i relativi regolamenti dell’Agcom e dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (riportando in sovrimpressione una scritta che renda subito riconoscibile la natura pubblicitaria del contenuto); devono “garantire la presentazione veritiera dei fatti” e “verificare la correttezza e l’obiettività delle informazioni anche attraverso la menzione delle fonti”, nonché contrastare la “disinformazione online”. Ancora, sono tenuti al rispetto delle norme in materia di diritto d’autore e della proprietà intellettuale.

E se non ti allinei all’Agcom… saranno guai

In caso di violazione, sono previste sanzioni da 10mila a 250mila euro per la trasparenza pubblicitaria, da 30mila a 600mila euro in materia di obblighi di tutela dei minori. Uno specifico tavolo tecnico (in Italia su queste cose siamo bravissimi, sorpattutto per quelle che complicano leggi e regolamenti appena varati…), formato dalle associazioni di influencer, le piattaforme di condivisione di video, i social media e le agenzie di influencer marketing, definirà le ulteriori misure e le modalità a garanzia del rispetto delle norme. Un lavoro che dovrebbe durare circa 4 mesi e che, speriamo vivamente, non complichi le cose…

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