Cosa è successo?
Walter Biot, capitano di fregata, è stato condannato a 20 anni di carcere dalla Corte di Assise di Roma per spionaggio. L’arresto è avvenuto il 30 marzo 2021 quando i carabinieri del Ros lo hanno accusato di aver ceduto documenti segreti a un funzionario russo in cambio di cinquemila euro. La procura di Roma, nell’udienza del 15 gennaio scorso, aveva inizialmente richiesto 18 anni di condanna. Le accuse contestate a Biot, nell’inchiesta condotta dalla pm Gianfederica Dito con Michele Prestipino, includono spionaggio, rivelazione di notizie classificate come segrete per la sicurezza nazionale e corruzione.
Il processo
Il processo, svolto a porte chiuse, ha coinvolto parti civili come la Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Difesa, rappresentate dall’Avvocatura dello Stato che ora dovranno essere risarcite.
Inizialmente erano 30 anni
Attualmente detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, Biot è anche sotto processo davanti ai giudici militari d’Appello. Inizialmente, il tribunale militare della Capitale, in primo grado il 9 marzo scorso, lo aveva condannato a 30 anni di reclusione. Le accuse includevano rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete per scopi spionistici, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato, e comunicazioni all’estero di notizie non segrete ne’ riservate. Il tribunale militare aveva sostenuto che le prove acquisite non lasciavano dubbi sulla natura segreta delle informazioni e sulla loro importanza per la preparazione e la difesa dello Stato.
si lotta per una “battaglia di civiltà giuridica”
La difesa di Biot, guidata dall’avvocato Roberto De Vita, si è espressa sulla determinazione del capitano e sulla volontà di lottare per una “battaglia di civiltà giuridica”. De Vita ha notato una riduzione della pena da 30 a 20 anni, suggerendo che un approfondimento sul processo ha portato a una visione più equilibrata. Ha enfatizzato la speranza che, attraverso le fasi successive del processo in Appello e in Cassazione, un giudice possa riconoscere i diritti di Biot e riunirlo con la sua famiglia.