Ieri sera, durante Udinese-Milan, la partita si è fermata per circa cinque minuti al minuto 33. All’inizio da casa non si capiva che cosa stesse succedendo, perché prima è uscito dal campo Maignan e poi tutta la squadra. Il motivo? Corri razzisti nei confronti del portiere del Milan.
Che cosa hanno detto a Maignan
Intervistato ai microfoni di Dazn, il portiere ha detto: “Mi hanno urlato scimmia, una vergogna”. È questo il motivo che lo avrebbe spinto prima a recarsi verso la panchina da Stefano Pioli e poi nel tunnel che porta agli spogliatoi. È stato poi raggiunto dai suoi compagni, che non lo hanno voluto lasciare da solo, attraverso un gesto che può sembrare simbolico ma che, in realtà è importantissimo. E lo è perché è una protesta che vediamo raramente e che sicuramente negli ultimi anni non si è vista sul piccolo schermo.
La squadra che, umanamente, si unisce attorno a un uomo che colpe non ne ha, se non quella, secondo i beceri che gli hanno urlato contro, di avere la pelle scura. È stato Theo Hernandez a chiamare la squadra dicendo a tutti i compagni:”Lasciamo il campo”.
Le parole di Maignan
“Dopo un primo rinvio ho sentito un verso di scimmia, poi lo hanno rifatto ancora e allora ho chiamato la panchina dicendo che non possiamo giocare così. Sono persone ignoranti, non tutta la Curva, perché il vero tifoso viene a tifare la sua squadra, anche a fischiare gli avversari, ma queste cose non devono succedere. Se potessi incontrarli? In questo momento non li vorrei neanche incontrare, devono essere sanzionati duramente, è una vergogna».
E in merito alla decisione di abbandonare il campo: «Noi giocatori possiamo reagire solo così, mentre chi deve fare qualcosa di forte è la Procura federale che prende sempre le nostre parole dopo le partite ma poi non succede mai niente».
Serve una rivoluzione
La Digos e i reparti specializzati in servizio per la partita stanno individuando chi ha pronunciato quegli insulti. L’Udinese ha mandato un messaggio sui social, e anche il Milan, che, ovviamente, ha detto: “Non c’è assolutamente posto per il razzismo nel nostro gioco. Siamo sconvolti. Siamo con te. Mike”. Non basta che vengano individuati questi soggetti, ci devono essere delle misure preventive affinché tutto ciò non avvenga più.
È finito il tempo della sola solidarietà, perché questi giocatori, così come un qualsiasi essere umano, risentono anche psicologicamente di ciò che gli viene detto o urlato in modo becero e disumano.
Maignan non solo è uno dei portieri più forti in circolazione, e forse è proprio questo a dar fastidio, ma sono stati troppi gli episodi che hanno caratterizzato la nostra storia calcistica per voltarci dall’altra parte e per non chiedere a gran voce una soluzione. Certezza della pena, Daspo dagli stadi, ma non solo. Perché questi soggetti manderanno avanti l’amico di turno che la pensa esattamente come loro. Chiediamo a gran voce che venga messo in atto un provvedimento studiato a tavolino che regolamenti quelle frange estreme delle curve, che altro non fanno se non danneggiare uno spettacolo come quello del calcio.