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Cara Lucarelli dai un colpo di telefono a Fabrizio Corona e all’avvocato Chiesa che magari ne esci bene!

DI FABRIZIO CORONA

Quello che è successo ai BiagiaLucarelli è quello che succede, prima o poi, a tutti quelli che fondano e basano la propria notorietà su articoli clickbait contro sconosciuti senza follower. Tutto ciò per aizzare l’odio, fare notizia e toccare l’indignazione popolare. Scatenando così un odio social verso il colpevole e una stima e un segui (popolarità, visualizzazioni e quindi business) nei confronti di chi attacca.

Il primo di tutti, l’antesignano, fu Matteo Salvini che, in pochi anni, grazie a uno strumento chiamato “la bestia”, cominciò la sua scalata verso la Presidenza del Consiglio, mai riuscita per colpa dell’errore “Papete”. Ma i numeri che fece, utilizzando questo metodo, furono impressionanti.

Come la Lucarelli ha iniziato la sua “carriera”

La Lucarelli ci ha costruito una carriera, sui social prima di tutto, fin da quando era bambina. Chi ha diffuso per prima il video porno di Belen cercando hype e visibilità? Video in cui una minorenne giovane veniva “stuprata con immagini rubate dal fidanzato”, in un’immagine d’amore. Fu proprio la Lucarelli e quello fu l’inizio della sua carriera.

Chi fu quella che venne denunciata, insieme ad altri due giornalisti, per aver rubato e provato ad hackerare i social di Elisabetta Canalis in cerca di video compromettenti su droga, sesso e tradimenti? Finì a processo, ma si salvò. Corona per una roba simile prese 15 anni di galera. Da lì ha costruito varie inchieste, in un’alternanza di collaborazioni con vari giornali di sinistra, fino all’apice del successo, raggiunto con “Ballando con le stelle” e con il fidanzamento con un ragazzo sconosciuto.

I BiagiaLucarelli

Lui bello, sicuramente troppo bello per lei, che nel suo passato nasconde una collaborazione e amicizia con il sito “Pastorizia Never Dies”, in cui scriveva delle cose aberranti su tutto ciò che oggi viene criticato dalla coppia. Selvaggiona sapeva che, per tenersi quel bel fieou, doveva ribaltare le regole del patriarcato. Ovvero diventare, come la tanto criticata Meloni, l’uomo di famiglia. E così, visto che lui sapeva cucinare, lo spingeva a fare storie con ricette, gli passava i suoi contatti per i libri e gli dava una mano a scrivere, anche se lei non è che sia poi così tanto brava. E, attraverso i suoi contatti in Rai, visto il successo di “Ballando con le stelle”, riesce a piazzare quella faccia pulita ma con il passato nascosto, in un programma di mezzogiorno su Rai Uno, il più semplice e pulito: “È sempre mezzogiorno”, condotto da Antonella Clerici.

I nuovi Ferragnez

Da lì in poi diventano a tutti gli effetti i nuovi Ferragnez: lavorano insieme, quando viaggiano raccontano le loro avventure all’unisono, aumentando così follower e visualizzazioni, fanno operazioni commerciali insieme, nonché libri, eventi, per poter mantenere quella casaccia stile zingaresca nella periferia di Milano. Lo fanno sprezzando tutti quelli che guadagnano e sono ricchi, come i Ferragnez, perché loro, a differenza di Fedez e di Chiara, devono fare i conti per arrivare a fine mese e per pagarsi i viaggi. Il figlio sinistroide della Lucarelli, con il nonno che è il più coatto d’Italia, è la costruzione di uno storytelling perfetto, pronto ad attaccare in ogni momento in cui c’è una notizia importante in Italia, con un uso del linguaggio che colpisce le masse, a cavallo tra il simpatico e l’arrogante.

Il “personaggio” Lucarelli

Da qui la costruzione del personaggio, rafforzato dalla sua presenza in uno dei programmi più visti della televisione, ovvero “Ballando con le stelle”. Negli ultimi due anni la Lucarelli e il fidanzato hanno lavorato e venduto insieme, hanno fatturato insieme, entrambi in Rai. Lei era partita bene con un contratto con Chora Media, da cui poi è stata cacciata. Cacciata anche dal “Domani”, è dovuta tornare tra le braccia del “Fatto Quotidiano”, guadagnando due mele e una banana, ma almeno poteva dire di avere una testata su cui scrivere.

Ma quali corsi di giornalismo

Da qui nascono i corsi di giornalismo, da cui avrà guadagnato quei 5.000 € scarsi, che le servivano a pagarsi le vacanze, che altrimenti non avrebbe potuto fare. Tu puoi scrivere dove vuoi e dire quello che vuoi, ma per vendere corsi di giornalismo devi essere una giornalista, altrimenti è abuso della professione. Prova a chiederlo alla Ferragni bella (anzi, mica tanto). Poi, visto il successo e l’aumento dei follower del compagno, ha cominciato a decidere lei i contenuti che lui doveva inserire su Instagram, schiavo e manipolato dalla strega che comunque gli permette uno status sociale e un certo tipo di vita. È lei che decide che cosa deve pubblicare lui. Poi arriva il grandissimo successo con l’inchiesta sui Ferragnez, addirittura Lilli Gruber la chiama nella sua trasmissione, la più importante d’Italia, per attaccare la sua nemica numero uno, la Meloni, sul caso Giambruno.

La stessa Gruber, che lei tanto stimava, una settimana fa, alla luce di ciò che è successo, ha fatto una puntata, come tutti i programmi intellettuali d’Italia, in cui la Lucarelli veniva massacrata. Il rovescio della medaglia, il karma. La giusta fine perché, prima o poi, la verità arriva per tutti. Una hybris di esaltazione di successo per il caso Ferragni, trasformata in un non ragionamento e in un’esagerazione. I BiagiaLucarelli sbagliano, perché non attaccano i potenti e la gente famosa, ma degli sconosciuti con pochissimi follower, scatenando un odio social, che può portare a conseguenze inaspettate.

La Lucarelli e il caso della ristoratrice

Quanti ne abbiamo visti di suicidi di ragazzine per Revenge porno o altro? Tutto questo per arrivare ai giorni nostri: “A Lorè, guarda sta recensione! Guarda sta tipa che è diventata virale perché ha attaccato una recensione, in cui uno la accusava che nel ristorante c’erano gay e handicappati! Secondo me è finta, attacca come un pitbull Lorè!”. E lui, Lorè, visto che è ristoratore, ha cominciato ad attaccare una povera sconosciuta con dieci follower sui social. Per cosa? Lei sostiene in un post e in una dichiarazione post mortem, che la ricerca della verità è alla base del giornalismo. Ma la ricerca della verità de che? Prima di tutto, se la ristoratrice si fosse inventata veramente la recensione, ed è tutto da provare, le andavano fatti solo i complimenti. Per una grande strategia di comunicazione e di vendita, che avrebbe potuto risollevare ulteriormente il suo ristorante, non facendo, peraltro, del male nessuno. Il problema è che questa volta i piccioncini viaggiatori gattari hanno beccato un merdone, perché la ristoratrice si è suicidata. Ora, da qui a parlare di istigazione al suicidio ce ne vuole, ma hanno un gran pezzo di responsabilità morale, per cui avrebbero dovuto fare quantomeno un mea culpa e chiedere scusa.

La hybris della Lucarelli

Lo schiavo della gattara quantomeno riesce a stare in silenzio. Mentre lei, tanto aveva criticato la comunicazione della Ferragni, che sbaglia completamente la difesa pubblica. Attaccando a destra e sinistra chiunque, senza portare il minimo rispetto per la morte di una persona. Siccome lei si sente Dio, sempre per la sopracitata hybris, parla di strategie di comunicazione, senza nessun tipo di riferimento alla famiglia della povera vittima. Il tutto con tentativi di salvezza e con degli attacchi che la riducono a una nullità. È incapace, quando si cade in situazioni drammatiche, di fermarsi a ragionare e reagire con intelligenza. È esattamente come la tanto criticata Ferragni.

Il nostro pensiero sulla Lucarelli

Quello che pensiamo noi è che la Rai, in quanto ente pubblico, dovrebbe immediatamente sospendere Lorenzo Biagiarelli dal programma “È sempre Mezzogiorno” e non confermare mai più la Lucarelli a “Ballando con le stelle”. Perché parliamo della televisione di Stato che è della povera gente. 

Ci vuole poi un’inchiesta dell’Agcom. Esattamente come è avvenuto per la Ferragni sul caso Sanremo. Questo perché due personaggi che vivono di guadagni ottenuti grazie all’utilizzo di contenuti social, non possono essere pagati con contratti televisivi da noi contribuenti. Soprattutto se sfruttano la televisione di Stato per portare afflusso e valore alle loro pagine Instagram. Il tutto per poi convertire la visibilità in denaro e follower. Da oggi, cara mia Lucarelli, tutto il male che hai fatto alla povera gente, tutta la tua superbia e la tua arroganza, ti tornerà indietro.

Ti consigliamo, come ha fatto la Ferragni, di affidarti a una buona agenzia di comunicazione e a un buon avvocato. Puoi trovare queste due persone in un unico nucleo: dai un colpo di telefono a Fabrizio Corona e all’avvocato Chiesa che magari ne esci bene. Buona giornata.

FABRIZIO CORONA

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