Anche se Paola Frassinetti non lo vuole ammettere, il risultato è pessimo
I dati sono ancora provvisori, ma la sottosegretaria dell’Istruzione, Paola Frassinetti, li ha anticipati. In 120 scuole è stato attivato il liceo del made in Italy, ha fatto sapere due giorni fa. “Ritengo che aver raggiunto il risultato dell’attivazione di 120 indirizzi di liceo del Made in Italy sia più che soddisfacente. Questo in considerazione anche del poco tempo a disposizione”, ha detto la sottosegretaria.
Paola Frassinetti forse non lo vuole ammettere, ma se consideriamo che erano 419 le scuole statali e 116 gli istituti paritari che potevano farlo – cioè quelli che già hanno il Liceo delle Scienze umane con opzione economico sociale- il piatto per il governo piange e parecchio.
Come riferisce l’Ufficio scolastico regionale, in Friuli Venezia Giulia nessuna scuola attiverà il nuovo percorso. Secondo la Flc Cgil, in Toscana risulta “che dei circa 30 attuali licei economico-sociali le adesioni si contano sulle dita di una mano”. In Liguria ci saranno tre licei del made in Italy. Sono l’Istituto statale Firpo-Buonarroti, il liceo Luigi Lanfranconi di Genova, e il liceo Della Rovere di Savona. In Emilia-Romagna ne parte uno solo, a Parma, così come in Basilicata, come riferito dal liceo capofila della rete regionale Les. In Veneto sono tre, a Verona, Legnago e Oderzo, in provincia di Treviso. Mentre in Puglia i nuovi percorsi saranno presenti in nove scuole.
I motivi del disinteresse per il liceo Made in Italy
I tempi stretti hanno scoraggiato gli istituti. La circolare con le modalità operative inviata dal Ministero alle scuole ha la data del 29 dicembre 2023 e la scadenza entro cui aderire era fissata per il 15 gennaio, poi prorogata al 18 gennaio 2024. La notizia della proroga da parte del Ministero è arrivata proprio nel giorno della scadenza. Il poco tempo lasciato alle scuole è stato riconosciuto come un problema dall’Associazione nazionale presidi, dai sindacati e dai licei interpellati.
Ma non solo: hanno influito negativamente anche il timore dei docenti di perdere le cattedre e le poche informazioni. La classe di concorso A-18 (Filosofia e Scienze umane) non fa parte del liceo del made in Italy, a differenza dell’attuale indirizzo economico sociale. “Il liceo del made in Italy elimina queste classi di concorso – spiega a Today.it il dirigente scolastico del liceo Regina Margherita di Palermo, Domenico Di Fatta, scuola che fa parte della rete nazionale dei Licei economico sociali (Les) – È chiaro che chi insegna queste materie teme di restare senza assegnazione. Non ci sono neanche indicazioni sui libri di testo. Le scuole che hanno il Les non hanno nulla contro il made in Italy ma non si capisce perché si debbano danneggiare i docenti”.
In un comunicato la rete dei Les aveva sottolineato l’assenza di informazioni fondamentali: “Non c’è chiarezza sul piano di studi e manca il regolamento, le indicazioni della legge sono vaghe – dice a Today.it Monica Ferri, dirigente del liceo Colombini di Piacenza – Non conosciamo le discipline e chi le insegnerà. Noi non lo abbiamo attivato, in attesa di maggiori informazioni”.
Meno male era punto d’onore di Fratelli d’Italia
Il progetto è uno dei punti d’onore programmatici di Fratelli d’Italia e la premier nelle rarissime volte in cui ha parlato di scuola, se non l’unico. Ora, dopo la bassa adesione delle scuole (tra l’altro c’è stata una proroga di tre giorni rispetto alla data del 15 gennaio, vista la velocità con la quale l’intera operazione è stata fatta partire), bisognerà vedere quella delle famiglie che possono iscrivere al suddetto liceo i propri figli a partire dal 23 gennaio, dopodomani. Se alla diffidenza dei collegi dei docenti si unirà quella dei genitori il pasticcio politico sarà totale. Si vedrà, però, solo verso il 10 febbraio… questa è l’Italia ragazzi!
Ma cos’è il liceo del Made in Italy?
Il nuovo liceo voluto dal governo Meloni fa parte del disegno di legge approvato dal Parlamento sul Made in Italy. Lo scopo dichiarato è quello di “promuovere, in vista dell’allineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro, le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al made in Italy”. La nota inviata dal Ministero dell’Istruzione alle scuole spiega che il nuovo percorso “consentirà agli studenti di sviluppare competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione degli specifici settori produttivi del made in Italy”.
Questa iniziativa è attivabile solo dai licei delle Scienze umane e sostituisce l’opzione economico-sociale, ma solo a partire dalle prime classi dell’anno scolastico 2024/2025. Il nuovo percorso non sarà una possibilità in più nell’offerta formativa della scuola italiana: questo perché la legge non ha previsto “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Il progetto deve costare 0 alle casse dello Stato e quindi sostituisce un percorso di studi già esistente.
Secondo gli ultimi dati dell’ufficio di statistica del Ministero dell’Istruzione, gli studenti attualmente iscritti al liceo delle Scienze umane a opzione economico-sociale sono poco meno di 83mila, circa il 6 per cento degli iscritti ai licei italiani. Da quando è stato introdotto le iscrizioni a questo indirizzo sono aumentate.
Per concludere, diciamo che per quest’anno il progetto Liceo del Made in Italy è stato rimandato, ma la bocciatura è arrivata direttamente dalle scuole!