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Un sommesso e dignitoso invito alla beneficenza: una richiesta, da parte della famiglia di Giovanna Pedretti, che fa più rumore di un terremoto

Nella vita ci sono momenti nei quali, chi fa il lavoro di giornalista come lo intendiamo noi di Dillinger, deve sforzarsi di essere caustico, itonico e, se la notizia lo merita, anche “cattivo”. Cercando di andare oltre il lancio dei fatti… ma andando a cercare il senso – spesso nascosto – delle notizie, in modo da offrire a chi legge un punto di vista differente, magari più approfondito e consapevole.

Poi ci sono accadimenti che meritano il rispetto della pura cronaca, soprattutto in certi momenti. Questo è il caso dell’appello dei parenti della ristoratrice Giovanna Pedretti, scomparsa qualche giorno fa. La stessa che sta animando polemiche sulla rete, alle quali peraltro noi non ci siamo sottratti, quando si è trattato di analizzare – com’è giusto che sia – il ruolo di alcuni personaggi collaterali, come il compagno della “non più giornalista” Selvaggia Lucarelli.

La precisa richiesta della famiglia di Giovanna Pedretti

“Non inviare fiori, ma devolvere l’equivalente in offerte alla Casa di Riposo di Sant’Angelo Lodigiano o all’Associazione Genitori e Amici dei disabili e Gruppo il Maggiolino”. E’ questa, nella sua splendente semplicità, la richiesta dei famigliari di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di 59 anni trovata morta nel fiume Lambro domenica scorsa. Lunedì 22 gennaio si svolgeranno i funerali a Sant’Angelo Lodigiano e i parenti hanno quindi chiesto di fare beneficenza a due realtà che la donna aveva aiutato. Quale miglior esempio se non il distintivo stile che hanno deciso di adottare, lontano 1000 anni luce dallo strepitio delle idiozie che si leggono da giorni sul web?!?

Non fatevi vedere più

La saracinesca del suo locale è abbassata, da poco è apparso un cartello di lutto con una preghiera rivolta a tutti: quella di non lasciare fiori e oggetti davanti alle vetrine, in memoria della titolare. Di fronte alla pizzeria, sulla recinzione del parco comunale, nella notte è comparso uno striscione, probabilmente firmato dagli ultras locali: “Stampa e tv rispettate la famiglia e non fatevi vedere più. S.U”. La figlia della Pedretti aveva infatti fatto un appello, rilanciato dagli amici sui social, per invitare i giornalisti ad andarsene dalla strada dove si trovano sia la pizzeria ed anche l’abitazione della famiglia. “siamo assediati”.

Capezzone-style

Anche a Zona Bianca, il talk-show domenicale su Rete 4, si è parlato di Giovanna Pedretti, tornando a menzionare la famosa recensione contro i gay e i disabili e la relativa bufera mediatica. Dopo che il conduttore Giuseppe Brindisi gli ha chiesto di intervenire sul caso, Daniele Capezzone ha fatto una premessa: “Noi questa sera, convocati qui da te, siamo sei persone pubbliche, abituate a salire su un ring, a essere esposti. Sappiamo che puoi dare un colpo, puoi riceverlo, è parte della tua vita”, ha detto. Poi Capezzone, mollando il freno, si è lanciato in una delle sue classiche disamine: “Posso dire? Non elevo nessun tipo di accusa giuridica nei confronti di Lucarelli, per me non c’è istigazione… Ma dal punto di vista personale e morale, fammi dire che questo metodo mi fa schifo. Per chi non lo avesse capito, mi fa schifo”, ha concluso il giornalista.

Rispetto per il dolore altrui, una volta tanto è quello che dovrebbe dominare sul resto…

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