La storia di una grande amicizia
Proprio così, Roberto Baggio e Gigi Riva erano grandi amici. “Rombo di Tuono” è stato il capo delegazione della Nazionale azzurra e fu lui ad abbracciare il “Divin Codino” dopo il suo rigore sbagliato a Pasadena, nella finale dei Mondiali negli Stati Uniti 1994.
Ma ci sono legami che vanno ben oltre le righe del campo, e quello tra i due ex calciatori era uno di quelli: per questo – e per altre mille ragioni – Baggio ha voluto scrivere all’Ansa una lettera aperta al suo amico.
Il post di Roberto Baggio dedicato a Gigi Riva
L’omaggio a un idolo, oltre che un amico
“Caro Gigi, amico di tante battaglie e di altrettante ferite…”, comincia così il suo messaggio, “non ho mai dimenticato quei momenti e quell’abbraccio. La vita ci ha unito nel suo viaggio, vissuto da noi con tanto amore ed infinita passione per il gioco più bello del mondo. Sei stato unico e prezioso esemplare di grande umiltà. Sei stato per me un esempio bellissimo di coerenza e di attaccamento alla maglia, di sincero coraggio. Hai amato come nessun altro la terra che ti ha adottato. Hai saputo trasformare la tua sofferenza e i tuoi dolori in positivo riscatto”.
“quel rombo di tuono”
“Sei stato un compagno di viaggio saggio e prezioso – continua Baggio -, sei stato sempre te stesso dentro e fuori dal campo. Sei stato qualcosa di unico ed indimenticabile, così come sono certo che unico e indimenticabile sarà quel ‘rombo di tuono’ che saprà accoglierti nel tuo viaggio celeste, dove ti auguro di incontrare presto coloro che hai amato e che troppo presto hai perduto. Ti voglio bene, Roberto Baggio”.
Altro che calciatori ludopatici
La lettera di Roberto Baggio, dedicata al suo caro amico, denota quelle caratteristiche ormai sempre più mancanti nei giocatori di oggi: la passione, l’amore, la fede, l’umiltà, coerenza, coraggio, rispetto. È una lettera che andrebbe letta in tutti gli spogliatoi, una doccia fredda che andrebbe fatta prima di cominciare a giocare, la traccia che testimonia che un tempo le cose erano diverse.
Ci vorrebbero più giocatori così, ma anche più amici così. Le pedine milionarie che se ne fregano di dove va il pallone cominciano a rovinare la bellezza di questo sport. Grazie Roberto.