Qualche giorno fa il vicepremier Matteo Salvini ha visitato lo stabilimento del pastificio Rummo, elogiandone l’eccellenza Made in Italy. Una furbata magari, d’altronde sensata perché focalizzata su uno dei punti di forza del nostro export. Pur di mettere i bastoni tra le ruote al leader della Lega, un’armatina Brancaleone di leoncini da tastiera ha tirato fuori dal cappello a cilindro la genialata di una campagna contro l’azienda di Benevento.
«Dobbiamo ribellarci a questi idioti»
Una cazzata galattica che Flavio Briatore ha immediatamente asfaltato nel suo stile: «In Italia succedono delle cose incredibili», accusa Mr. Billionaire. «Come puoi lanciare una campagna per boicottare la pasta Rummo solo perché il ministro Salvini ha visitato il pastificio? Supportiamo la pasta Rummo, io ce l’ho a casa e la usiamo nei nostri locali, è una delle migliori paste italiane. Dobbiamo ribellarci a questi idioti, perché veramente si tratta solo di idioti. Supportiamo chi lavora, supportiamo chi crea posti di lavoro. Mandiamo a quel paese chi è disfattista, rancoroso e invidioso».
Ministri, ascoltateci
L’ex team manager di Renault F1 si rivolge quindi ai governanti: «Tutti i ministri dovrebbero parlare con gli imprenditori per capire quali sono i problemi che hanno, perché gli imprenditori sono quelli che combattono la povertà. Questi “deficienti” non vogliono lavorare e stanno davanti a una tastiera a insultare la gente». Qui salta fuori il Briatore un po’ avventato… Dai Flavio, davvero credi che gli imprenditori combattano la povertà? Ti sei bevuto le buone intenzioni dei ricconi che al Wef hanno chiesto di essere sovratassati per la causa degli ultimi?
Mr. Rummo incredulo
Cosimo Rummo, presidente e amministratore delegato del pastificio, è sbigottito: «Sono letteralmente senza parole», si sfoga con il Corriere del Mezzogiorno. «Il ministro delle Infrastrutture viene a fare investimenti a Benevento, chiede di visitare lo stabilimento, non capisco cosa vogliano: dovevo chiudergli la porta in faccia? Proprio non capisco».
L’altra faccia della luna
Flavio Briatore è così, prendere o lasciare: un giorno è popolare, l’altro snob. Come quando ha pubblicato sul suo profilo social il messaggio di un suo dipendente: «Sono venti anni che lavoro per lei e ne sono onorato e orgoglioso. Grazie da parte mia e della mia famiglia». Il patrizio che concede un baciamano al plebeo.