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Secondo alcuni – probabilmente di sinistra – Beatrice Venezi non ha la “bacchetta magica”! Una polemica dai toni quantomeno surreali…

Beatrice Venezi è uno dei pochi direttori (o forse qualcuno gradisce “direttrici”, visto che di questi tempi si pone una grande attenzione su queste idiozie?!?) d’orchestra donna presenti in Italia. Ma, nonostante, il suo talento e preparazione, è stata contestata a Palermo solo per il fatto di essere politicamente non allineata. Questo almeno è quello che sostiene lei.

Qualcuno la ritiene inutile sul palco

La sua esternazione si riferisce al fatto di non essere stata salutata dall’orchestra che ha diretto a Palermo. Dopo due giornate di concerti, la Sinfonica siciliana non ha battuto i piedi sul palco per omaggiare la loro direttrice. E’ infatti consuetudine che, a concerto finito, gli orchestrali rivolgano un affettuoso saluto al direttore che li ha guidati. Un applauso dato con i piedi, mentre le mani sono occupate a reggere gli strumenti. Secondo un flautista con 40 anni di esperienza come Claudio Sardisco, la direttrice non ha talento e “sarebbe stato più facile suonare senza di lei”. Quindi, in soldoni (che a noi di Dillinger – visto il nostro personaggio ispiratore – ci piacciono…) la politica c’entra come i cavoli a merenda! I musicisti sottolineano che “i gesti di Venezi non erano coerenti con l’esecuzione musicale”.

Mentre la Venezi fa sfoggio del suo C.V.

Lei si sfoga sulle pagine de Il Giornale, rispondendo alle critiche: “Sono stata la prima donna a dirigere in Armenia, in Georgia, in Azerbajan. Ho condotto oltre 200 concerti e più di 70 recite d’opera. Ma se non sei dalla parte giusta…”. Secondo lei “il mondo della musica, come quello della cultura in generale, è stato dominato dalla sinistra”. Mentre lei è di destra “o, se si preferisce, non seguo il mainstream”. Aggiungendo che “alla testa delle istituzioni musicali tricolori vedo sempre le stesse facce di prima. Non mi sembra siano di destra”. Poi affronta anche una sorta di precedente, accadutole a Nizza a Capodanno: “Sì, tre o quattro spettatori, fra i mille presenti e gli oltre undicimila che mi avevano applaudito nei giorni precedenti, hanno esibito uno striscione con la scritta: “Via i fascisti”. Il teatro li ha fischiati”. Fa sapere di non avere simpatie per il fascismo “ma non sono allineata con la cultura dominante e allora ogni occasione è buona per farmi l’esame del sangue”.

Vittimismo ed offese a confronto

Sulle critiche ricevute da parte dell’Orchestra Sinfonica Siciliana risponde: “Se un direttore non funziona, gli orchestrali lo sfiduciano apertamente, senza tanti giri di parole. Non mi pare sia successo a Palermo. Comunque, tre comunicati stampa, uno delle prime parti, smentiscono la versione di una piccola minoranza di tre professori su oltre settanta elementi in organico “perché non corrispondente alla realtà” e nello stesso pezzo di Repubblica il primo violino Pasquale Faucitano mi fa i complimenti e mi definisce “una professionista seria e preparata”. Il tutto verrà valutato dai miei avvocati. Però…”. Può sembrare vittimismo ma lei è convinta che “Io non posso pronunciare una sillaba senza essere esaminata. E, mi spiace dirlo, c’è una tendenza a sminuirmi, a offendermi, a personalizzare le critiche. Gli artisti di sinistra invece fanno quello che gli pare: firmano appelli, manifesti, lenzuolate contro quel ministro, quella legge, quella nomina. Guardi cosa sta accadendo al Teatro di Roma”.

Destra e sinistra, la solita inutile polemica che già Gaber cantò

Continua nella sua tititera: “Mi hanno identificato come un personaggio di destra, in ogni caso non allineata con la vulgata dominante e allora ogni occasione è buona per farmi l’esame del sangue». La chiosa finale, poi, tira in ballo Fedez, Elodie e i Maneskin: «Fedez attacca la premier un giorno sì e l’altro pure, Elodie idem, Damiano dei Maneskin quando il centrodestra ha vinto ha spiegato che era un giorno triste, poi ha scandito un sonoro “vaffa” all’indirizzo di Putin e potrei continuare – si sfoga – Io non posso pronunciare una sillaba senza essere esaminata. E, mi spiace dirlo, c’è una tendenza a sminuirmi, a offendermi, a personalizzare le critiche. Gli artisti di sinistra invece fanno quello che gli pare: firmano appelli, manifesti, lenzuolate contro quel ministro, quella legge, quella nomina.

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