Il ministro Guido Crosetto, con il suo intimatorio impeto patriottico, sta seminando una certa inquietudine nell’opinione pubblica. «La Difesa deve prepararsi a tutti gli scenari», avverte. «Molto spesso nella nostra vita evitiamo di pensare alle cose peggiori, ma quando fai il ministro della Difesa, per la sicurezza del Paese, devi pensare anche agli scenari peggiori e lavorare per evitare e fermare che ciò arrivi davanti a te».
L’invincibile armada dei riservisti
Apprendiamo che Crosetto pretenderebbe di arrivare, entro due anni, all’introduzione (con il necessario iter in Parlamento, se non altro) di una riserva ausiliaria dello Stato: «Non oltre 10 mila riservisti», pronti a intervenire a sostegno delle Forze armate (oggi 150 mila unità) in «casi gravissimi», come guerre e crisi internazionali. Per esempio, la guerra in Ucraina e la crisi Israele-Hamas: ovvero scenari già esplosi da tempo.
La Francia chiama, all’armi!
Il ministro della Difesa, dalle colonne del Corriere, si fa avanti e candida l’Italia al comando della missione europea nel Mar Rosso, per garantire la sicurezza delle navi commerciali attaccate dagli Houthi. «Se ci chiederanno di averlo lo prenderemo», si gonfia il petto, «ne abbiamo le capacità , se lo vogliono i francesi va benissimo, il problema è avere presto una missione efficace per tutelare la sicurezza delle navi commerciali e le nostre economie, oltre al diritto internazionale».
Il modello Svizzera
Incalzato dalle domande del Corriere, il buon Crosetto appare un po’ piccato e risponde col broncio: «Tutti stanno cambiando tutto, ma qui in Italia a me dicono che voglio togliere denaro agli asili o alle scuole. Molti fingono di non voler capire che senza la difesa non c’è né libera istruzione né libero commercio né democrazia. Noi non abbiamo un problema di numero, ma per esempio costruire una Riserva nazionale delle forze armate, come in Svizzera e in Israele, è un mio obiettivo, anche se da attivare, ovviamente, in casi gravissimi». Sarà, ma noi di Dillinger non ci sentiamo tanto tranquilli quando qualcuno brandisce il pugno di ferro.