La Florida è decisa
La Florida sembrerebbe pronta a introdurre una stretta sui social media per i più giovani. Nello Stato americano amministrato da Ron Desantis, che da poco ha alzato bandiera bianca e lasciato le primarie repubblicane per Usa 2024, è stato presentato un disegno di legge che vieterebbe l’accesso alle piattaforme social ai minori di 16 anni.
Ma non finisce qui: se approvato, il provvedimento richiederebbe inoltre alle società a cui fanno capo le piattaforme di eliminare qualsiasi informazione personale dagli account. Ma anche di rivolgersi a un ente «terzo, indipendente e non governativo» per verificare l’età effettiva degli utenti. Il disegno di legge è stato approvato dalla Camera della Florida con una maggioranza schiacciante e bipartisan: 106 voti a favore, 13 contrari. Perché entri ufficialmente in vigore, il testo dovrà passare anche dal Senato, che non sembrerebbe molto contrario, anzi.
Cose che sanno tutti, ma nessuno fa niente
«Ci sono ampi indicatori del fatto che i social media possono comportare un profondo rischio di danno alla salute mentale e al benessere di bambini e adolescenti», avvertiva poco tempo fa il chirurgo americano Vivek Murthy. Ma non è l’unico, in Italia persino alla Rai passano dei documentari che approfondiscono l’argomento. Il disegno di legge approvato in Florida non nomina esplicitamente alcuna piattaforma, ma precisa che si applicherà a tutti i social che «utilizzano caratteristiche di progettazione che creano dipendenza, che sono dannosi, ingannevoli o che inducono il titolare di un account ad avere un comportamento compulsivo». Insomma, il principale obiettivo sembra essere quello di combattere la dipendenza da social media. Un fenomeno che Fiona McFarland, parlamentare statale repubblicana, ha descritto come una vera e propria epidemia parlando di «Fentanyl digitale».
Ma sono tutte news lette e rilette, la differenza sta nel chi agisce e nel chi resta a guardare. Basti pensare che in Italia reclutano potenziali “TikToker” (Utente che ha iniziato a creare sul social network TikTok contenuti di vario genere, da coreografie di ballo, a scenette recitate, contenuti originali o istruttivi e che ha riscosso particolare successo presso il pubblico ndr) in delle case apposite: agenzie che raggruppano ragazzini – anche sotto i 16 anni – e provano a lanciarli nell’algoritmo. Un esempio è la Stardust House.
Cos’è la Stardust House?
Un set attivo 24/7, una villa moderna in cui gli influencer, accuratamente selezionati, vivono la propria quotidianità producendo continuamente contenuti cross-mediali brandizzati ed innovativi. Dunque la dipendenza nel nostro Paese viene imposta: è necessario che questi ragazzi stiano perennemente connessi affinché tutto funzioni. Non puoi permetterti di rimanere indietro. America sempre dieci anni avanti… e che ci possiamo fare?