È bufera sul titolo del Tg1 “Mille euro in più per gli anziani, si voterà l’8 e 9 giugno”. La segretaria del Pd Elly Schlein va giù durissima: «È propaganda fatta nella forma più becera, sulla pelle degli anziani. Viene da pensare che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia diventata la regina delle televendite, come Wanna Marchi. Il Pd non starà a guardare, organizzeremo un sit-in alla Rai per difendere la libertà di stampa e il valore di un servizio pubblico, che non può essere TeleMeloni».
Sgangherato e sbagliato
L’agone della politica non è un praticello fiorito, piuttosto un ring di wrestling. Lo sappiamo, si cannoneggia per convinzione quanto per lavorare di propaganda. Se Schlein l’ha sparata grossa, FdI non è da meno. Tuona contro una presunta «offensiva Pd sulla libertà di stampa. Il nuovo attacco al Tg1 è sgangherato e sbagliato», commenta la vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai, Augusta Montaruli, in quota FdI. Si accoda il sindacato UniRai: «In corso un grave attacco alla libertà del servizio pubblico. Invitiamo gli esponenti del Pd alla prossima riunione di sommario del primo Tg pubblico perché possano dettare argomenti e titoli del notiziario». Parole scritte «sotto dettatura del direttore Chiocci o di qualche ministro giornalista per difendere l’indifendibile», ribatte il Pd. Nell’annunciare il sit-in a viale Mazzini, programmato per il 7 febbraio, in pieno Sanremo, la segretaria Pd stuzzica l’esecutivo, riferendosi al discorso di Mattarella per il Giorno della Memoria. «Premierato e sono una combinazione esplosiva. La destra ha sempre sognato di mettere mano alla Costituzione per andare verso il modello del capo solo al comando, ma questo Paese ha già provato e non è andata bene».
A conti fatti, sembrano tutti d’accordo sulla tutela della libertà di stampa. Si spera, se non altro, sulla buona fede, ma abbiamo qualche dubbio.