Scomparso Silvio Berlusconi, la scia delle sue gesta persiste e invade anche le aule dei tribunali. Martedì 30 gennaio, al Palazzo di Giustizia di Monza, si è tenuta l’udienza programmata sul caso Giovanna Rigato, una comprimaria nel teatrino delle Olgettine o, come venivano chiamate ai tempi di Ruby Rubacuori e Noemi Letizia, le “Papi girls”. L’ospite di una delle molte “cene eleganti” è accusata di estorsione: avrebbe reclamato un milione di euro per tenere la bocca cucita su quello che si presumeva accadesse ad Arcore.
Padre e figli
È scritto nella Bibbia: “Non si metteranno a morte i padri per colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato”. Davanti al collegio presieduto dal giudice Roberta Russo, a Monza, sono comparsi i cinque figli del Cavaliere. Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi hanno confermato la loro presenza nel processo in veste di parte civile (assistiti dall’avvocato Giorgio Perroni). Hanno deciso di sostituire nel processo il padre, morto il 12 giugno 2023, convocato in aula in questo processo prima di passare a miglior vita. A ogni modo, a febbraio 2022, l’ex premier aveva dato buca all’istruttoria, mancando di deporre davanti ai magistrati per ragioni di salute, che «ne sconsigliavano l’esposizione in pubblico a momenti di stress». Gelido, il Pm aveva rimarcato come solo pochi giorni prima sedesse in tribuna, allo stadio, per tifare il suo Monza.
In una delle udienze di questo processo, spicca la testimonianza del geometra Roberto Trombini, immobiliarista che lavorava per Berlusconi. «Avevo trovato un appartamento a Rigato, che lo chiedeva urgentemente, in tre giorni», sostenne il geometra. «Ma era necessario qualche giorno ancora per fare delle verifiche catastali e allora lei, in un incontro ad Arcore, ebbe una reazione scomposta e arrabbiata, fece un gesto con le cinque dita per far capire che le dovevano essere versati dei soldi, penso 500mila euro, e Berlusconi rimase spaventato».