La storia dello Stato italiano e delle questioni estere è piena di buchi. Ma non siamo noi, come sito giovane, a doverli ricordare tutti, partendo dalla strage di Ustica fino a tutto ciò che è successo fino ad oggi. Uno dei casi più emblematici è il tentativo di riportare Chico Forti in Italia. Ai tempi governava il Movimento 5 stelle, Di Maio era il ministro degli Esteri e la partita si giocava tutta sulla notorietà.
Salvini aveva costruito una macchina social chiamata “la Bestia”, che gli permise di arrivare quasi all’elezione come Presidente del Consiglio, peccato che poi ci fu il “caso papete” e che Salvini fu colto dalla hybris che non riuscì più a controllare. Di Maio, in fretta e furia, per accrescere la sua popolarità, dopo l’inchiesta delle Iene di quasi due anni e mezzo, sapendo che era una notizia che avrebbe portato voti, like e soprattutto stima da parte del popolo, si presentò in una conferenza stampa annunciando che Chico Forti a strettissimo giro sarebbe tornato in Italia. Sono passati più di tre anni e di Chico neanche l’ombra. Ora Di Maio fa un altro mestiere e Chico Forti morirà in carcere e a nessuno gliene frega nulla.
Il caso di Ilaria Salis
Ma qui la questione è un’altra: la Meloni non è Di Maio. È una donna dura e pura che non va contro i suoi princìpi. Volendo, visti i suoi rapporti con Orban, potrebbe far tornare Ilaria Salis in Italia in un attimo e farle concedere gli arresti domiciliari. Il problema che è alla base del pensiero meloniano e del governo di destra è che Ilaria Salis ha commesso un reato che deve essere giudicato nel Paese in cui è stato commesso. I suoi “colleghi” hanno patteggiato e hanno preso tre anni. Mentre lei, la promotrice, ha deciso di dichiararsi innocente e non patteggiare, andando così a processo e rischiando 24 anni per le azioni che ha compiuto in Ungheria. Questa decisione processuale non le permette il tanto fomentato rimpatrio in Italia dai media indignati per la vista della immagini, perchè esiste, in questa fase processuale, il pericolo di fuga.
Il rapporto tra Orban e la Meloni
Chiedere a Orban, che ha la stessa filosofia della Meloni, che l’ha portata a comandare in Europa, di fare qualcosa contro i suoi princìpi, vuol dire cercare like e consensi mediatici. Come lo sdegno che in questo momento c’è in tutta Italia. Sdegno per un caso di cui nessuno conosce le motivazioni dell’arresto. Ma le immagini di lei con le catene comunicano, magari, qualcosa di scioccante che ha toccato la coscienza popolare. Per cui fa bene la Meloni, nella sua coerenza di Presidente del Consiglio e di donna di destra, a non intervenire. Smettendo di cercare consensi e like, non strumentalizzando queste vicende, cosa che è diventata la nuova moda e che a noi non interessa.
Il trattamento riservato a Ilaria Salis
Di contro, lo Stato Italiano, nella figura del Presidente della Repubblica, dovrebbe reagire indignato per le manette legate ai piedi e per quelle alle mani con la corda che la tira. Rinfrescatevi la memoria. Perchè quello che avete visto è successo e succede quotidianamente a tanti detenuti italiani. Questo anche per reati non particolarmente gravi, che, però, non essendoci le immagini non portano allo sdegno di nessuno. Provate a essere coerenti. Non va bene come viene trattata la Salis e non va bene come vengono trattati molti detenuti italiani. La legge in Europa, soprattutto in alcuni Paesi, non esiste. E noi di Dillinger, nel nostro piccolo, proveremo a combatterla.