Addio alla Serie A Tim: chi la sostituirà?
La Serie A, dopo 25 lunghi anni, cambia denominazione commerciale: non sarà più Tim lo sponsor principale del campionato italiano. Il posto della compagnia telefonica sarà preso da Eni con il ramo del gruppo petrolifero dedicato alla mobilità sostenibile: EniLive. Lo ha deciso oggi l’assemblea di Lega chiamata a valutare le due proposte economiche arrivate in Via Rosellini per il triennio 2024-27.
Quali potevano essere le ragioni se non economiche?
Tim aveva offerto 19 milioni a stagione per rinnovare il contratto, uno in più dell’attuale compenso. Eni ha messo sul banco 22 milioni convincendo i club a cambiare dopo un quarto di secolo. Questa non è altro che l’ennesima prova che in questo cazzo di Paese è tutto comprabile: non esistono accordi, rapporti, o qualsiasi altro tipo di legame più forte dei soldi.
Il colpaccio di Eni
L’inizio del rapporto con Tim risaliva alla stagione 1998-99. Aveva vissuto un momento di crisi nel 2018 quando l’interruzione era stata evitata solo dal trasferimento di Cristiano Ronaldo alla Juventus che aveva risvegliato l’interesse internazionale per il campionato italiano. Dopo altri due trienni, però, la storia giunge al capolinea per l’ingresso in scena di un altro colosso aziendale del nostro Paese: la compagnia petrolifera che ha sede a San Donato alle porte di Milano, guidata per nove anni (dal 2005 al 2014) dall’attuale presidente del Milan, Paolo Scaroni. Eni è anche sponsor della Figc: l’accordo come ‘top partner’ delle Nazionali azzurre è stato rinnovato l’8 settembre scorso fino al 2026.
Coppa Italia resta Frecciarossa
La denominazione Serie A Eni Live sarà valida in Italia. All’estero la denominazione sarà Serie A Made in Italy dopo l’intesa dei mesi scorsi con l’Ice, l’agenzia del governo per il commercio estero, che pagherà 10 milioni all’anno alla Serie A. I club hanno anche rinnovato l’accordo con Frecciarossa per il title sponsor della Coppa Italia che passerà da 4,5 a 5,5 milioni a stagione per il triennio 2024-27.
Alta tensione tra Lega e Figc
Il pieno di incassi economici non ha impedito di alzare la temperatura nei rapporti con la Figc. L’assemblea ha riproposto l’idea di una maggiore autonomia della Serie A dalla Figc, sul modello della Premier League rispetto alla Football Association. Dieci giorni fa il presidente federale Gabriele Gravina aveva illustrato ai club alcune soluzioni per consentire alla Serie A di contare di più, in particolare l’aumento del peso all’interno dell’assemblea federale, ora fermo al 12%. Non basta ai club. Ora la Serie A predisporrà un documento di analisi per capire quali sono gli approcci percorribili. Ma le tre grandi del nord hanno una visione precisa su una riforma che non trova tutti d’accordo nella massima divisione: Inter, Juventus e Milan, dopo una riunione a tre in mattinata, hanno concordato di spingere sulla diminuzione da 20 a 18 squadre delle partecipanti alla Serie A.