Il Regno Unito è preoccupato per re Carlo III, ogni giorno di più da quando è stato reso noto che ha un tumore. Il medico personale del’erede di Elisabetta II, che ha la supervisione delle cure per il cancro diagnosticatogli nei giorni scorsi, è un fautore nell’omeopatia, pratica di medicina alternativa che la comunità scientifica guarda con scetticismo. In più è polemica sulla solerzia e la tempestività delle cure attivate per il monarca, laddove i sudditi sarebbero vittime di attese sfiancanti nella sanità pubblica, anche se colpiti da un cancro. Il nodo dell’omeopatia divide e fa discutere a corte e nelle strade. Carlo è da sempre un convinto sostenitore di questo tipo di cure, subendo in passato spesso aspre critiche, perché il sostegno della monarchia è una sorta di marchio di garanzia di serietà e legittimità.
Eppure, quando Carlo annunciò la scelta del suo medico personale, Buckingham Palace precisò: “Il dottor Dixon non crede che l’omeopatia possa curare il cancro”. A complicare il quadro entra a gamba tesa il quotidiano The guardian, repubblicano e antimonarchico. Mentre il re ha iniziato le cure pochi giorni dopo la diagnosi, i comuni cittadini devono attendere mesi sia per ricevere analisi oncologiche preventive, sia per il trattamento terapeutico se viene riscontrato un tumore. A meno che non paghino e si salassino per rivolgersi a cliniche private. “Trecentomila persone hanno dovuto pagare per fare la chemioterapia negli ultimi cinque anni”, scrive The Guardian.
Harry, il secondogenito di Carlo e Diana, è volato a Londra per incontrare il padre, confermando indirettamente le ansie degli inglesi per il re. Non risulta abbia visto il fratello ed erede al trono William: tra loro non corre buon sangue da tempo. Preoccupa inoltre che Buckingham Palace non intenda diramare regolarmente notizie sulla salute del re.