“Provincia guidata da un assassino”
Nessuna visibilità a una “provincia guidata da un assassino”. Queste sono le parole con cui Silvia Di Tocco, giornalista Rai, giustifica la sua decisione di cancellare un servizio a cui stava lavorando su una iniziativa a Trento. Più che decisione, si tratta di una pura e semplice protesta contro l’uccisione dell’orso M90. E con “assassino”, la giornalista – o meglio, l’animalista – Rai intende Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento che aveva firmato il decreto di abbattimento.
Il rifiuto deriva da una questione etica
A raccontare la vicenda è l’ufficio stampa del Comune di Trento, che mercoledì 7 febbraio ha ricevuto via mail la disdetta da parte di Silvia Di Tocco, giornalista Rai della redazione Intrattenimento Day Time di Roma.
La giornalista ha comunicato la sua decisione di cancellare un servizio, già concordato con l’ufficio stampa, sull’iniziativa di mobilità sostenibile “Bike to work” dell’amministrazione trentina.
“Obiezione di coscienza”. Ma la professionalità?
Di Tocco ha parlato di “obiezione di coscienza“, di una scelta presa alla luce “dell’uccisione incresciosa avvenuta nella vostra regione contro l’ennesimo povero orso innocente”.
“La deontologia professionale mi impedisce di dare visibilità gratuita ad una città capoluogo della provincia autonoma di Trento guidata dal mandante delle uccisioni degli orsi”, si legge nella mail riportata da T Quotidiano.
Peccato che il tuo stipendio sia pagato anche da quei cittadini
Il sindaco di Trento Franco Ianeselli non l’ha presa bene e ha deciso di segnalare la vicenda ai vertici della Rai Marinella Soldi e all’amministratore delegato Roberto Sergio.
“Riteniamo del tutto inaccettabile – afferma Ianeselli – che una giornalista del servizio pubblico, pagato anche dal canone dei cittadini, decida di boicottare la città di Trento a causa delle proprie opinioni personali. Che sono naturalmente legittime, ma non possono certo interferire con l’obiettività a cui sono tenuti tutti i giornalisti, tanto più quelli del servizio pubblico”.
“Naturalmente – aggiunge – qui il problema non è il servizio annullato su ‘Bike to work’, ma l’offesa a un’intera comunità e il completo venir meno della deontologia professionale”.
La Rai interviene
Dopo la segnalazione la Rai ha avviato un provvedimento disciplinare nei confronti di Silvia Di Tocco, così come fatto anche nel caso di un altro giornalista per body shaming sulla cantante BigMama in gara a Sanremo; ma di questo, ne abbiamo già parlato.
Nella mattinata di oggi 8 febbraio l’azienda con un comunicato ha confermato che “l’ad Roberto Sergio ha chiesto alla Direzione Organizzazione Risorse Umane della Rai di aprire un provvedimento disciplinare nei confronti della giornalista”.
Oipa si mette contro la Rai
Dalla parte di Silvia Di Tocco – ovviamente – si è schierata l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che ha espresso la propria solidarietà a Silvia di Tocco, giornalista “da sempre sensibile nei confronti delle tematiche riguardanti gli animali e la loro tutela”.
L’Oipa invita la Rai a “rispettare l’obiezione di coscienza” della sua dipendente: “Apprezziamo il coraggio e la libertà intellettuale di Silvia Di Tocco e auspichiamo che il procedimento a suo carico sia immediatamente ritirato. Chi ama gli animali e li rispetta è con lei”.
Eppure nessuno le ha impedito di empatizzare e battersi per i propri ideali: si tratta di un servizio pubblico, organizzato con la Rai, pagato dai contribuenti. Come può considerarsi professionale una giornalista che fa i capricci perché un orso è stato ucciso nella città in cui bisogna fare un lavoro? Ai lettori l’ardua sentenza.