Signore & signori, siamo a voi con una nuova “Morganata”, che arricchisce di punturine varie oltre che di frasi franche il Marco Castoldi-pensiero. Dove scoprire che Adriano Celentano e Claudia Mori per Morgan sono dei cari zietti o che Mahmood se la tira neanche fosse Shakira.
A seguire, un estratto dall’intervista rilasciata da Morgan al Corriere della Sera. Cominciamo con Annalisa, tra le favorite in Riviera. «Quando, all’ultimo X Factor, un concorrente si è presentato con una sua canzone non mi è sembrata granché dal punto di vista armonico: l’ho detto. E avevo sentito il suo nome solo perché era già stata a Sanremo ma non la conoscevo: ho detto anche questo. Tutti a scandalizzarsi…». Annalisa è in gara con i suoi outfit megasexy e la canzone Sinceramente. «Io Sanremo non lo guardo», fredda l’interlocutore Morgan. Riproviamo a restare su Sanremo. Loredana Berté che canta “Non ho bisogno di chi mi perdona, io, faccio da sola”. «Loredana è bellissima, una vera artista. Ma io non mi perdono da solo, non avrebbe senso. Faccio errori – anche l’anno scorso a Selinunte, sono sbottato contro il pubblico che rumoreggiava: ho usato termini che non mi appartengono, mi dispiace davvero aver perso il controllo – però non vivo il senso di colpa: vivo quello di responsabilità. E a volte la vergogna mi assale».
Il suo duetto con Bugo
Nel 2020 il duetto con Bugo che abbandona il palco dell’Ariston. «Un momento di grande spettacolo. Posso solo dire di non averci guadagnato nemmeno un euro. La verità è che io Bugo lo stimo, e lo stimavo anche all’epoca. In passato, quando mi sono trovato senza una casa e ho avuto bisogno di aiuto, lui mi ha dato una mano. E voglio chiedergli scusa se si è sentito offeso dai miei toni in alcune interviste, che erano frutto della frattura di quel momento. Io uso spesso un linguaggio iperbolico e sferzante. Sarebbe bello che tornassimo sul palco insieme».
Morgan ha un debole per le liti?
Lei, Morgan, ha un debole per le liti, gli fa notare il giornalista. «Falso. Sgarbi è uno a cui piace litigare, io dico solo le cose in faccia, sono diretto. Con il mio linguaggio costruisco la mia vita, la mia arte è fatta di parole». A proposito di senso di vergogna, la famosa intervista sulla droga? «Sì, me ne vergogno. Io nella mia vita ho fatto errori, come ne facciamo tutti, ma anche cose belle, ho portato le musica in molte trasmissioni televisive, nelle scuole, ho fatto divulgazione. Però di Morgan vengono sempre fuori gli errori: vorrei che non fosse solo così. Quando sono stato escluso dal Festival, quell’anno, l’ho guardato insieme con Celentano, Claudia Mori ci faceva la minestrina. Gli voglio un bene dell’anima, sono come due zii per me”.
Il suo rapporto con Mahmood
I rapporti con Mahmood: “Quando a Milano è bruciata la Torre dei Moro io, che vivo vicino a via Antonini, ho fatto una diretta per dare l’allarme. Ho detto che speravo che Mahmood stesse bene: sapevo che abitava lì.
Lui però si è arrabbiato. Dopo mesi ci siamo visti all’Arena di Verona e mi ha detto: sei matto a dire dove abito? Ammesso che uno non è John Lennon, se i fans vengono sotto casa non dovrebbe essere contento?». Passiamo al Ferragniz-gate: «Il nodo centrale di quello che sta succedendo per me è la distribuzione della ricchezza. In Italia, nel mondo, oggi questo è un problema decisivo. Fedez e Chiara Ferragni hanno mostrato la loro ricchezza, poi il meccanismo gli si è ritorto contro in modo violento: questo umanamente mi dispiace, perché è in corso un linciaggio. La gogna è terribile: lo so perché ci sono passato». E il pensiero va al licenziamento da X Factor. Morgan non esclude un ritorno, ma con gente che sa di musica. Dico: Asia Argento, Red Ronnie e Pino Pischetola, che è un grandissimo produttore e ingegnere del suono”.
I suoi Prodi
Al tavolo della conversazione con Morgan si tocca la politica. «A Giorgia Meloni va dato atto di essere una donna incorruttibile. E certamente non è una guerrafondaia. Quando va in giro per il mondo con gli altri capi di Stato, si vede che lavora per la pace». Gli eroi della sinistra? “Prodi. E sempre Bertinotti“. Si conclude tornando al Festival della Canzone, vacante per la conduzione del prossimo anno. «Una volta l’ho proposto a Celentano: facciamolo. Lui – c’era Berlusconi premier – mi ha risposto dalle colonne del Corriere: se faccio io Sanremo cade il governo».