Home CRONACA Caso Ilaria Salis, punite i forcaioli neonazisti

Caso Ilaria Salis, punite i forcaioli neonazisti

Il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha chiesto all'ambasciatore d'Italia in Ungheria Manuel Jacoangeli di verificare con le autorità ungheresi i fatti relativi alla comparsa a Budapest di un murales riferito a Ilaria Salis.

Nel villaggio globale, capita che le immagini siano pietre più delle parole. È il caso del murales voluto a Budapest da formazioni neonaziste, dove Ilaria Salis pende da una forca. Abiezione nella aberrazione, l’illustrazione è temperata da toni blu e rosa, nelle scritte sul vestito della donna. Per molto, ma molto meno, quattro writers italiani sono stati arrestati due anni fa ad Ahmedabad, in India, accusati di aver dipinto graffiti su due carrozze della metropolitana. Le reazioni allo scempio di un muro in Ungheria, a quanto pare, sono meno rigide.

Le parole di Tajani su Ilaria Salis

“Il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani», batte l’Ansa, “ha chiesto all’ambasciatore d’Italia in Ungheria Manuel Jacoangeli di verificare con le autorità ungheresi i fatti relativi alla comparsa a Budapest di un murales riferito a Ilaria Salis. L’ambasciatore, spiega la Farnesina, ‘effettuerà i passi necessari a confermare alle autorità ungheresi che il governo italiano sostiene la tutela della dignità e della sicurezza della signora Salis’. Secondo il dicastero, nel quadro di miglioramento delle condizioni di detenzione, bisogna evitare qualsiasi interferenza esterna locale alla detenzione della cittadina italiana”. Le autorità ungheresi hanno soltanto proibito il corteo di neonazisti previsto il 10 febbraio a Budapest in occasione del “Giorno dell’onore”, ma il sito Kuruc.info riporta l’annuncio del leader della formazione di estrema destra Legio Hungaria: «Non molliamo, questa città è nostra». Questi neonazi e neofasci eri sostenevano che il corteo e le celebrazioni ci sarebbero comunque state, nei boschi alle porte della città. Tutti in uniformi militari e bandiere neonaziste, per ricordare il tentativo di fuga dal Castello di Buda nel 1945 di truppe naziste e fascisti ungheresi, in cui morirono circa 20 mila uomini.

Il padre di Ilaria Salis attonito

Roberto Salis, il padre della 39enne detenuta in Ungheria, è estremamente allarmato. Dice: “Le immagini di Budapest si commentano da sole. Confermano i timori della famiglia a seguire i consigli che ci pervengono dalle autorità italiane”. Lo sostiene la deputata Debora Serracchiani: «Quanto accaduto oggi a Budapest conferma i timori della famiglia e di Ilaria. Le immagini della donna impiccata alla manifestazione neofascista sono eloquenti e scioccanti. Per questo è inaccettabile che il governo non agisca e non intervenga per sottrarre Ilaria a queste minacce e a questi pericoli. È dovere del ministro Nordio agire e non limitarsi ad annuire durante la surreale informativa alla Camera del ministro Tajani e lavorare per farla tornare in Italia».

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