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Il prete tiktoker che parla di mentalità mafiosa sul televoto e un certo giornalismo si indigna per avere qualche consenso in più

Sui social sta girando il reel di questo prete tiktoker (se non lo sapeste è diventata una nuova professione a quanto pare), che parla di mentalità mafiosa per quanto riguarda il televoto di Sanremo. In poche parole, dice che solo chi ha i soldi può “comprare e pagare i voti”, sottintendendo che Geolier avrebbe fatto un’operazione simile. Prima di tutto non c’è alcuna prova di ciò, e in secondo luogo nessuno ancora ha capito che Napoli lo ha votato perché è un idolo sia dei giovani che di tutta Napoli. Ricordiamo a tutti che votare al televoto di Sanremo, non solo non sia una scelta obbligata, ma che, soprattutto, il numero massimo di sms che si possono inviare è 5 e che il costo per ogni transazione dipende dal proprio operatore telefonico, non superando i 50 centesimi l’uno.

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Un certo giornalismo che si indigna facilmente

Quindi, non solo non ci sembra una spesa così consistente, ma nessuno ha puntato la pistola alla tempia ai cittadini per costringerli a votare. La domanda utile da porsi sarebbe: che cosa esiste a fare il televoto se poi non influisce in maniera consistente sulla classifica? È un meccanismo per alimentare i contratti tra la Rai e i vari operatori telefonici? Qual è la sua vera utilità? Ma dopo il video del prete, sono tanti i personaggi che si sono scagliati contro di lui, personaggi che fanno parte di un certo giornalismo e di una certa sinistra che vuole cavalcare l’onda della polemica del giorno per attrarre a sé qualche like e qualche consenso in più. Magari quel prete gli sta anche simpatico, ma non lo possono dire semplicemente perché non conviene.

Giornalisti e politici in cerca di hype

E allora attaccano, cercando di fare hype, in totale assenza di argomenti, quel prete si esagerato, ma che non avrebbe creato tanta indignazione se non fosse andato contro una certa politica. E allora lo attaccano spaventati, dicendo che lui non ha neanche sentito il testo della canzone, invitandolo a studiare di più, invitandolo a conoscere storie come quella di don Pino Puglisi, il prete che è stato ucciso dalla mafia. Siamo la patria del qualunquismo e di Google trend. Non parliamo perché pensiamo, ma parliamo perché qualcuno ci dice qual è l’argomento del giorno. Le stesse persone che oggi sono osannate domani molto probabilmente non lo saranno più, perché magari non diranno quello che un certo populismo si aspetta.

Povera Italia.

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