Un rospo troppo grosso da ingoiare sta toccando a Filippo Mosca, condannato in primo grado a 8 anni e 6 mesi per traffico internazionale di sostanze stupefacenti e detenuto nel carcere di Porta Alba di Costanza, in Romania. Il 29enne di Caltanissetta non ottiene gli arresti domiciliari: la madre Ornella Matraxia aveva denunciato le condizioni inumane del figlio in cella, ma i giudici romeni l’hanno ignorata. «Non hanno accettato la richiesta del nostro legale. Non nutrivo molte speranze», dice prostrata dallo sconforto. Anche la fidanzata di Mosca, Claudia Crimi, lancia un appello sottolineando il grave rischio che Filippo corre in una galera dalle indecenti condizioni igieniche: «Ci speravo tanto davvero ma un po’ ce lo aspettavamo», spiega la ragazza, 26enne. «Ieri quando l’ho sentito al telefono mi diceva che non credeva di poter ottenere gli arresti domiciliari.
In Romania non interessano a nessuno le condizioni di vita in carcere- Ottenere gli arresti domiciliari sarebbe stato importante perché Filippo soffre di colon irritabile, ha bisogno di farmaci e di una dieta equilibrata. Là mangia malissimo e infatti sta male quasi ogni giorno». Alla coppia viene concessa un’ora di telefonata al giorno: «Il suo stato d’animo è a terra, posso immaginare come si sentirà dopo la notizia del rifiuto dei domiciliari. A volte con lui è difficile comunicare, al telefono di sono dei momenti di silenzio, vive il carcere come una sofferenza e una ingiustizia».
Tanti Filippo Mosca e Ilaria Salis nel mondo
Sono 2.663 gli italiani condannati e imprigionati in carceri estere. La maggior parte subiscono angherie e violenze; tutto il mondo è Paese, spesso è così anche qui da noi. A volte qualcuno ci lascia la pelle, per esempio Simone Renda, in Messico. Nel Canto 33esimo dell’Inferno, Dante scrive: “La bocca sollevò dal fiero pasto”. Rinchiuso dai Ghibellini, il conte Ugolino della Gherardesca venne lasciato morire di fame insieme ai figli e ai nipoti. “Vuolsì così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”.