Le prossime udienze del processo per supposto stupro di gruppo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici si terranno il 7 e l’8 marzo, quando verranno sentiti la sorella di una delle due ragazze di cui avrebbero abusato, un’amica norvegese e il padre dell’altra presunta vittima. L’impianto difensivo degli avvocati difensori dei quattro ragazzi è fondato su alcuni video, girati coi telefonini: per i legali, dimostrerebbero che una delle due era consenziente ai rapporti con loro.
Tante mani sul corpo
Filmati che la giovane si è rifiutata di vedere in aula e che Dillinger ha avuto la possibilità di visionare. L’accusa invece si concentra sullo stato confusionale, dovuto all’alcol pare, che avrebbe tolto le forze alle ragazze, costringendole a soccombere. Tutta la stampa riporta estratti delle dichiarazioni in aula di una delle due. Per esempio: «Ho sentito tante mani sul mio corpo… ovunque… mi tenevano le gambe, poi sono cascata in avanti e ho avuto un blackout. Da quel momento non ho più nessun ricordo». «Io ero in uno stato… cioè non molto lucido, nel senso che ero tipo persa… un po’ nel vuoto, nel senso che non pensavo a niente». «Sentivo la testa molto pesante… ero totalmente frastornata, non capivo niente, ero in uno stato confusionale… cioè mi ricordo solo a tratti… Ho perso l’equilibrio quando lui mi ha tirato giù e sono caduta sul letto, sopra di lui… a quel punto loro mi hanno preso».
Frasi di una giovane turbata, che sia dalla parte della ragione o del torto è secondario. Parole pronunciate in udienze a porte chiuse, com’è giusto che fosse per tutelare la privacy sia delle due ragazze, sia di Ciro Grillo e dei suoi tre amici. Secondo il ministro Carlo Nordio e il suo Ddl sulla riforma della giustizia, la stampa ha il pieno diritto di divulgarle. Non ne ha invece chi le diffonde, quindi fonti interne del sistema giudiziario. Resta il fatto che questo processo è uno dei più delicati, controversi e intricati degli ultimi anni.