Home CRONACA Larghe intese per il Ponte sullo Stretto?

Larghe intese per il Ponte sullo Stretto?

Il Ponte sullo Stretto incassa il via libera del Consiglio di amministrazione della Stretto di Messina spa alla relazione del progettista di aggiornamento al progetto definitivo del 2011 e all’ulteriore documentazione progettuale finalizzata al riavvio della realizzazione dell’opera.

Il Ponte sullo Stretto incassa il via libera del Consiglio di amministrazione della Stretto di Messina spa alla relazione del progettista di aggiornamento al progetto definitivo del 2011 e all’ulteriore documentazione progettuale finalizzata al riavvio della realizzazione dell’opera. La prossima tappa sarà l’invio al ministero delle Infrastrutture e al ministero dell’Ambiente di tutto il fardello; in seguito spetterà al Cipess l’ok finale e il piano economico-finanziario, che si stima possa arrivare gia alla metà del 2024.

Il ministro Salvini spinge sull’acceleratore: «Confermo che l’intenzione è aprire i cantieri entro l’anno in corso e aprire al traffico stradale e ferroviario il ponte nel 2032». Da tempo è persuaso che sia un’opera fondamentale per il Paese: «Porterà sviluppo e crescita non solo in due regioni affamate di infrastrutture e di lavoro ma in tutta Italia. Infatti, i dati di enti terzi distribuiscono sull’intero territorio nazionale le ricadute occupazionali e di maggior ricchezza positive e dicono che la prima regione per incremento di Pil e posti di lavoro creati sarà la mia Lombardia». Qui casca l’asino? C’è dietro l’orgoglio lumbard e la spada tratta di Alberto da Giussano? Salvini evidentemente sente il bisogno di precisare che si tratterà «veramente di un’opera che unisce l’intero paese». Il senatore della Lega Nino Germanà, segretario in commissione Trasporti al Senato, sventola il vessillo del Carroccio: «È un grande risultato, ottenuto grazie alla determinazione e all’impegno del vicepremier Matteo Salvini. Chiacchiere e fake news le lasciamo a chi ha perso nelle urne e vuole frenare lo sviluppo del Paese. Noi, invece, governiamo con responsabilità e con i fatti. Il Ponte è una struttura strategica e fondamentale per lo sviluppo della Sicilia, del Meridione e dell’intero Paese che, finalmente, grazie al ministro per le Infrastrutture stiamo portando avanti senza sosta».

I benefici per l’occupazione

La società Stretto di Messina valuta che in cantiere saranno occupati mediamente 4.300 addetti all’anno, con un picco di 7 mila lavoratori nel periodo di maggiore produzione. “«”Per tutta la durata del cantiere (7 anni)”, dirama la società in una nota, “si avrà dunque un impatto occupazionale diretto di circa 30 mila unità lavorative per anno, cui aggiungere l’impatto occupazionale indiretto e indotto, stimato in 90 mila unità, per un totale di 120 mila Ula generate dell’Opera“.

I dati tecnici

La campata sospesa centrale e di 3.300 metri, mentre la lunghezza complessiva e di 3.666 metri (comprese le due campate laterali di 183 metri ciascuna). L’altezza delle torri sulle due sponde e 399 metri, i cavi di sospensione sono 4 del diametro di 1,26 metri (ciascuno formato da 44.323 fili di acciaio). La larghezza dell’impalcato, poi, e 60,4 metri (3 corsie stradali per senso di marcia, 2 corsie di servizio e 2 binari ferroviari). Il franco navigabile di 65 metri per una larghezza di 600 metri, in presenza di gravose condizioni di traffico stradale e ferroviario. Il franco si innalza a 72 metri in assenza di traffico ferroviario.

Le critiche

Alzano una barricata i deputati del M5S delle commissioni Infrastrutture e Trasporti: Ilaria Fontana, Patty L’Abbate, Daniela Morfino, Agostino Santillo, Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi e Giorgio Fede. «Il ponte sullo Stretto è inutile, anti-economico e rischia di diventare una cattedrale nel deserto infrastrutturale del Meridione. Anche il rapporto di Legambiente Pendolaria ne dà ampia conferma», attaccano i parlamentari. «Soprattutto, è ormai evidente che nella maggioranza questa sbornia propagandistica di Salvini inizia a suscitare numerosi fastidi, visto che la Lega si è trovata costretta a ritirare l’emendamento al Milleproroghe che spostava al 2027 l’applicazione della spending review per la società “Stretto di Messina Spa”, tentativo sfacciato di Salvini di concederle un plafond illimitato per un triennio. Arrivati a questo punto, è necessario che la premier Meloni ritorni in sé e che trovi una cura per questo raptus di follia del suo alleato leghista. Che oltretutto in questi giorni incontrerà i governatori di Sicilia e Calabria, e ci chiediamo con quale faccia spiegherà l’azzeramento dei fondi di coesione delle suddette regioni, se non con quella di chi è alla canna del gas nel raccattare voti. Questo governo ci ripete a ogni piè sospinto che la coperta è corta. Buttare almeno 12 miliardi – che diventeranno sicuramente molti di più – per quest’opera non sta né in cielo né in terra. Già con il Pnrr stiamo vedendo una sequela infinita di disastri da parte di questo governo in tema di infrastrutture. Meloni si adoperi per non dare al paese il colpo di grazia definitivo».

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