Tre brevi schede scritte a mano: è questo l’insieme dei testamenti olografi di Gianni Agnelli. È il punto di partenza della battaglia giudiziaria ingaggiata dalla figlia Margherita sull’eredità.
I manoscritti di Gianni Agnelli
I manoscritti sono stati letti a Torino il 24 febbraio 2003, proprio un mese dopo la morte dell’Avvocato, nello studio del notaio Ettore Morone. Proprio pochi giorni fa la Procura ha dato mandato alla Guardia di finanza di visitare la sede legale dello studio. Le schede non sono inedite e non sono oggetto di indagine da parte dei magistrati, che sono invece interessati a cercare gli originali di altri documenti redatti negli anni successivi.
La procura di Torino è interessata, ora, a verificare i cambiamenti nella composizione di ‘Dicembre’, la holding che, come una vera e propria cassaforte, controlla il resto delle società di famiglia: John Elkann, figlio di Margherita Agnelli e nipote di Marella, attualmente ne detiene la maggioranza delle quote. Risulterebbe che il 19 maggio 2004 Marella Agnelli si impegnò con una scrittura privata a cedere la nuda proprietà delle sue quote ai fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, riservandosi il diritto di usufrutto.
I magistrati perplessi
I magistrati, però, hanno manifestato perplessità rispetto in merito, e nel decreto di perquisizione parlano di “anomalie evidenti”. Una circostanza è “il pagamento delle quote apparentemente effettuato mediante disposizioni fiduciarie (a Gabriel Fiduciaria srl) e conti bancari esteri (banca Pictet & Cie di Ginevra) e, allo stato, non documentato”.
La Gabriel Fiduciaria è stata acquisita dalla Pictet & Cie nel 2013. Tre anni dopo è stata messa in liquidazione e nel 2019 è stata cancellata dal registro delle imprese. Nella ricostruzione della Guardia di finanza, è una delle società riconducibile direttamente o indirettamente all’avvocato torinese Franzo Grande Stevens, definito negli atti dell’indagine “storico consulente e persona di fiducia di Gianni Agnelli nonché suo esecutore testamentario”.