Il senatore Carlo Calenda ha fondato un partito che si chiama Azione che, dopo l’assassinio di Navalny, rispetta più che mai il nome che si è dato. Calenda è in primissima linea nell’esigere verità sul maggiore oppositore di Putin e mettere la Russia di fronte alle proprie responsabilità. Su X il senatore twitta un attacco alla Lega: “Matteo Salvini non ha ritenuto di dire una parola sull’assassinio di #Navalny. Il legame con Putin e il suo partito rimane forte. E questo sarà uno dei grandi problemi dopo le elezioni europee che inciderà sulla tenuta del Governo. Stesso problema rappresenta Conte per il così detto “Campo largo”. La politica estera sta mandando in frantumi il bipolarismo”.
Il Carroccio, punto sul vivo, promette di sporgere querela. “Carlo Calenda mente o non sa di cosa parla”, contrattacca con una nota: “Il comunicato con il cordoglio di Matteo Salvini e della Lega per la morte di Navalny è di ieri pomeriggio e si parla di scomparsa ‘sconcertante’ su cui fare ‘piena luce’”. Si aggiunge il vicesegretario della Lega Andrea Crippa: «Aspettiamo che si faccia luce. Non additiamo responsabili finché non ci saranno prove oggettive». Dai microfoni di Radio 24, Calenda gli risponde, beffardo: «Lui ha detto: non sappiamo ancora nulla su chi è stato. Ma chi può essere stato, Gambadilegno? Questo è disdicevole, l’idea di solleticare una parte del Paese che dice: ma chi se ne frega se la Russia è così». E sulla ventilata querela di Salvini: «Sì, però querelami sul serio, non come Landini che lo minaccia e basta. Così facciamo un bel confronto sui legami tra Lega e Putin. Ti aspetto».
«La Lega getta la maschera. Sono ancora e sempre quelli con la felpa di Putin», interviene il responsabile Esteri del Pd Peppe Provenzano. Mentre Enrico Borghi di Italia viva accusa: «Tutto il mondo occidentale e liberal-democratico sta chiamando in causa Putin, il suo regime, la sua azione liberticida sulla tremenda vicenda di Navalny. Tutto. Tranne la Lega».