Home Celebs Televisione Una lacrima sul porno: Rocco Siffredi diventa l’agnellino di Netflix

Una lacrima sul porno: Rocco Siffredi diventa l’agnellino di Netflix

Una serie che ripercorre la sua vita dall’infanzia e racconta di come un semplice ragazzo di Ortona sia diventato il pornoattore più conosciuto al mondo

Italian actor Rocco Siffredi arrives for the premiere of 'Rocco' at the 73rd annual Venice International Film Festival, in Venice, Italy, 05 September 2016. The documentary film is presented in the 'Venice Days - Special Events' section at the festival running from 31 August to 10 September. ANSA/ETTORE FERRARI

Cosa ha fatto commuovere Rocco Siffredi

Rocco Tano, conosciuto da tutti come Rocco Siffredi: il pornodivo e icona-pop commenta con la rivista 7 del Corriere della Sera Supersex, la serie tv, in onda dal 6 marzo su Netflix, che ripercorre la sua vita fin dall’infanzia e svela come e quando un semplice ragazzo di Ortona si trasforma nel pornodivo più famoso del mondo. «Ho pianto per giorni dopo averla vista», confessa l’attore.

«Inizialmente non riuscivo a riconoscermi negli attori – continua -, poi però ho rivissuto l’infanzia e la morte di un mio fratello. Ho rivisto mia madre, gli amici d’infanzia. Bellissimo, ma vedere scorrere la propria vita in poche ore sul divano con moglie e figli è anche surreale». La serie, creata da Francesca Manieri e diretta da Matteo Rovere, nel cast Alessandro Borghi nei panni di Rocco, Adriano Giannini e Jasmine Trinca, ha il titolo del fotoromanzo che ha ispirato il porno attore quando era giovane: un extraterrestre venuto dal pianeta Eros per far cadere le donne ai suoi piedi, ricorda il settimanale. La sua famiglia, spiega Siffredi, era curiosa di vedere «se tutto corrispondeva ai miei racconti. Rosa sapeva da che situazione vengo, dei guai in cui mi sono infilato da ragazzino per aiutare la famiglia, e la realtà è stata anche più sofferta di quanto appare nella serie. I miei figli non immaginavano una vita così diversa rispetto alla loro, ovattata e protetta», sottolinea.

La mancanza della propria città natale

Il pornoattore svela di essere ancora legato a Ortona, la sua città natale. «Ho avuto un legame quasi morboso e ancora oggi è come se non mi fossi mai staccato dall’Abruzzo», racconta. «Vivo a Budapest – precisa Siffredi – ma non conosco nessuno a parte tre o quattro persone con cui lavoro. E pure i vecchi amici che ho invitato a trovarmi erano a disagio. Anche se parlo in dialetto ortonese, jamm’ assettate, vedono solo Siffredi». L’addio alla città abruzzese lo deve alla sua voglia di riscatto e al suo pensiero fisso: il «diavolo» sessuale. Ma anche «per fare qualcosa per mia madre, che ho visto sorridere così raramente. E per mio padre, che faticava a tirare a fine mese. Diventare famoso è stata una fortuna, ma non mi sono mai davvero allontanato».

Siffredi non ha mai temuto il giudizio degli altri. Anzi, ha raccontato più volte la sua dipendenza dal sesso. «Volevo farlo con tutte le bellissime donne che incontri in questo mondo. Avrei pure pagato, invece hanno pagato me. In giro per il mondo mi dicono che si vede che lo faccio per piacere e passione. Il complimento più bello è stato sentirmi dire: “Grazie a te non mi sento più strano, perché ti vedo fare con naturalezza cose che credevo perverse e sbagliate”», ribadisce a 7.

Oltre il personaggio

Insomma, Rocco si è raccontato oltre il personaggio, l’uomo insensibile che tutti credono abbia un’unica dote è uscito allo scoperto, ha mostrato il suo lato più umano e fatto capire che la sua è tutt’altro che una vita da sogno. Chissà, dopo tanti anni forse si è stufato, meglio interpretare l’agnellino di Netflix!

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.