Home CRONACA Pontoglio (Brescia): sindaco leghista nega la cittadinanza a una marocchina 

Pontoglio (Brescia): sindaco leghista nega la cittadinanza a una marocchina 

Alessandro Pozzi, sindaco di Pontoglio (Brescia), ha negato la cittadinanza a una donna marocchina che “in Italia dal 2003 ha dimostrato non solo di non possedere il livello minimo di conoscenza della lingua italiana ma, ancor più preoccupante, durante la cerimonia ha mostrato difficoltà nel capire la richiesta di pronunciare il giuramento richiesto dalla normativa”. La dichiarazione a cui si riferisce è: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato”. La donna ha avanzato richiesta di cittadinanza nel 2009.

Il sindaco Pozzi ha aggiunto: “La sua incapacità di comprendere e parlare la lingua italiana, nemmeno quella base, rispondendo a un semplice ‘Come ti chiami?’, dopo oltre 20 anni, solleva non solo legittime preoccupazioni pratiche ma anche interrogativi più ampi sulle barriere che potrebbero esistere nel processo di integrazione, sia a livello familiare che sociale.

È preoccupante pensare che una donna possa trascorrere così tanto tempo in Italia senza acquisire una conoscenza minima della lingua del Paese ospitante: ciò solleva dubbi sulla reale inclusione nel corso di questi anni”.

Cosa ne pensiamo noi di Dillinger su Brescia

In Italia stiamo rischiando di estinguerci come paese se continuiamo a seguire il trend dell’accoglienza a gogo, che purtroppo è un problema politico e non dipendente direttamente da noi cittadini. Ma quello che è accaduto a Pontiglio non dovrebbe scandalizzare, anzi, dovrebbe far emergere quello che è il vero e proprio spirito patriottico e nazionalista. Come facciamo a ritenere cittadina italiana una persona che nemmeno utilizza la nostra lingua?

Come facciamo ad integrare senza che lei e loro in generale lo facciano per primi? Nell’integrazione bisogna essere in due, e se questa persona non si è sforzata nemmeno di andare nei centri in cui si insegna la lingua italiana, se non ha avuto la voglia e il modo di rendersi cittadini italiana, non vedo perchè dovremmo essere noi a concederle tutto ciò

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