Home CRONACA Navalny ucciso con la tecnica del “pugno unico”

Navalny ucciso con la tecnica del “pugno unico”

Putin non ha il minimo di umano rispetto neanche per la salma di Alexej Navalny. Sull’agonia del dissidente filtrano notizie agghiaccianti, da  Santa Inquisizione.

Putin non ha il minimo di umano rispetto neanche per la salma di Alexej Navalny. Sull’agonia del dissidente filtrano notizie agghiaccianti, da Santa Inquisizione. La prima a denunciare l’ipotesi di un avvelenamento è stata la vedova, Yulia Navalnaya, convinta che il marito sia stato stroncato dall’agente nervino Novichock. Ora è il quotidiano britannico The Times a riportare la testimonianza di Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net. Citando una fonte della prigione IK-3, sostiene che i lividi trovati sul corpo di Navalny rimandano alla tecnica del “pugno unico”, già usata dal Kgb (di cui a lungo Putin è stato numero 1); prima di essere colpito con un pugno al cuore, il dissidente è stato lasciato più di due ore e mezza all’aperto, dove la temperatura poteva scendere fino a -27 gradi. Per un infermiere dell’ospedale di Salekhard, invece, i lividi sul corpo di Navalny potrebbero derivare da un’azione per contenere convulsioni; l’ecchimosi al petto, da un massaggio cardiaco.

Ma il cadavere di Navalny resta occultato. Dopo l’appello lanciato dalla madre Lyudmila a Putin per riavere il corpo del figlio “immediatamente”, una Corte dell’estremo nord russo si farà carico di una denuncia per la mancata consegna della salma. L’udienza è fissata al 4 marzo. Ben oltre i 14 giorni che gli investigatori russi si erano presi per effettuare poco chiari “esami chimici”. La madre di Navalny, il giorno dopo la sua morte, ha cercato invano di vedere il figlio, appellandosi sia ai responsabili della colonia penale IK-3, dove era rinchiuso, sia all’ospedale della città di Salekhard, dove il corpo del figlio sarebbe stato portato nell’obitorio. L’udienza – a porte chiuse – si terrà proprio a Salekhard. Il dissidente russo Vladimir Kara-Murza, condannato a 25 anni, aggiunge l’accusa al presidente russo di essere «personalmente responsabile della morte di Navalny: era suo prigioniero personale, e solo su suo ordine personale potevano agire gli avvelenatori».

Nel quadro dello sdegno internazionale per il calvario di Navalny, il governo britannico di Rishi Sunak ha annunciato di aver imposto sanzioni su sei funzionari russi, presunti responsabili della morte.  Londra invoca “un’inchiesta trasparente”, Putin fa finta di niente e se ne va a Kazan, capoluogo della Repubblica del Tatarstan, per l’inaugurazione dei Giochi del Futuro. Anche l’Ue ha trovato un accordo e prospetta il 13esimo pacchetto di sanzioni alla Russia. Poi c’è l’irruzione da triplo salto mortale di Donald Trump, che si paragona a Navalny e parla di una persecuzione a suo danno negli Usa.

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