Il dottor Jamal Basal è un medico di Medicina generale 55enne, di origini israeliane e di fede cristiana. Ha lavorato a Valdastico, comune di 1.120 abitanti dell’Alto Vicentino, dal 2019 al 2022. Pare non aver lasciato un buon ricordo di sé. Per dirla tutta, non lo vogliono più vedere neanche dipinto. «Negli anni in cui ha prestato servizio qui da noi», spiega il sindaco di Valdastico Claudio Sartori, «la sua condotta è stata alquanto discutibile, sia nei confronti dei pazienti, che nei confronti della direttrice della casa di riposo nella quale lui prestava servizio». Il medico avrebbe opposto un netto «rifiuto a ricevere indicazioni da persone di sesso femminile». Sartori ha sollevato più volte il problema alla direzione sanitaria dell’Ulss 7, munito di segnalazioni scritte (esattamente 16): «Pervenute dai miei cittadini, nelle quali si parlava della condotta del medico», precisa il sindaco. «Oggi sono forse 400 i pazienti che aspettavano la nuova assegnazione del medico perché, dei 1.200 che c’erano quando nel 2020 è arrivato il dottor Basal, più della metà sono scappati ad Arsiero (comune a venti minuti di autobus da Valdastico, ndr)». «Nel mio paese quel medico non lo vogliamo», dice tassativo Sartori, «piuttosto rimaniamo senza e continueremo a rivolgerci a professionisti di altri comuni limitrofi, dove i miei cittadini sono costretti a spostarsi».
A mali estremi, estremi rimedi
Il dottor Jamal Basal dovrebbe prendere di nuovo servizio a Valdastico l’1 marzo, ma il primo cittadino del borgo veneto sceglie la via dei “mali estremi, estremi rimedi”: ha già fatto cambiare le serrature dell’ambulatorio, bloccare le finestre e ora minaccia di far murare l’ingresso. «Proprio in queste ore», annuncia il sindaco, «è partita in paese una raccolta di firme che, grazie all’aiuto di assessori e consiglieri, ma anche di normali cittadini che si sono resi disponibili, proseguirà a tambur battente nei prossimi giorni: l’intenzione è di consegnare all’Ulss almeno 500 firme; se togliamo i minorenni significa che aderirà un’amplissima maggioranza. Le consegnerò io a mano ai vertici dell’Ulss». I disagi più forti il medico li avrebbe creati nella casa di riposo del comune: «Il dottor Basal non voleva rapportarsi con il personale femminile, un grosso problema perché la direttrice e la coordinatrice sono donne, come 45 dei 50 dipendenti. A quel punto siamo stati obbligati a rimuoverlo e inserire nella struttura per anziani un altro professionista. In paese si è creato anche un comitato spontaneo, coordinato da una cittadina che aveva voluto dare un ulteriore segnale forte. Spero che la situazione si risolva; è un bene per tutti che questo avvenga. Si sta creando un polverone enorme, questa mattina in Municipio sono arrivate due troupe televisive, ne sta parlando tutta Italia. Chiediamo semplicemente che il dottor Basal venga destinato ad un altro comune».
Quindici giorni di armistizio?
«Accuse false, l’Asl mi dà ragione», si difende il dottor Jamal Basal. «Il primo marzo riprendo servizio ma, in accordo con la direzione sanitaria, per i primi quindici giorni saro disponibile nel vicino comune di Arsiero e, nel mentre, visiterò a domicilio a Valdastico. Se dopo queste due settimane non verrà risolto il problema dal Comune vedrò cosa fare, magari cercherò a Valdastico una sede alternativa».