L’ultimatum alla madre di Navalny
Le autorità russe hanno dato un ultimatum alla madre di Alexei Navalny, l’oppositore di Putin morto in carcere, minacciando che se non accetterà di tenere funerali segreti, il corpo del figlio sarà sepolto nella colonia penale in Siberia dove è deceduto. La donna però ha rifiutato, chiedendo il rispetto della legge che obbliga gli investigatori a consegnare la salma entro due giorni dal momento in cui viene accertata la causa della morte.
Cosa dice la legge? Parla la portavoce
La portavoce sottolinea che la madre “si è rifiutata di negoziare con il comitato investigativo perché non hanno l’autorità per decidere come e dove seppellire suo figlio”, ricordando le norme sulle salme.
Secondo la documentazione medica firmata dalla madre, aggiunge la portavoce, “questi due giorni scadono sabato” e lei “insiste affinché le autorità permettano che il funerale e la cerimonia commemorativa si svolgano secondo le consuetudini”.
La madre fa causa a investigatori per profanazione della salma
Lyudmila Navalnaya ha fatto causa agli investigatori per profanazione della salma del figlio. L’avvocato della donna, infatti, ha presentato un’istanza al dipartimento Yamal del Comitato investigativo con la richiesta di avviare un procedimento penale contro gli investigatori del dipartimento ai sensi dell’articolo 244 del Codice penale russo (“profanazione di salma”). Lo fa sapere il collaboratore del dissidente, Ivan Zhdanov, che ha pubblicato i documenti in cui si legge che “secondo i canoni ortodossi, è consuetudine seppellire il corpo del defunto il terzo giorno. A oggi sono passati otto giorni dalla morte di Navalny, ma finora il corpo non è stato sepolto”