Dopo le manganellate a Pisa, a trovarsi circondati e malmenati sono i poliziotti, aggrediti a Torino, nei pressi della questura, da una trentina di anarchici. Per impedire che gli agenti portassero un marocchino in un centro di rimpatrio, da dove sarebbe poi stato espulso dal Paese.
Un inaccettabile atto di violenza
Giorgia Meloni batte i pugni sul tavolo: «È un gioco che può diventare molto pericoloso quello di togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra». Sergio Mattarella si è messo immediatamente in contatto con il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, sottolineando la sua fiducia nelle forze dell’ordine; solo pochi giorni fa, il capo dello Stato aveva ammonito che «l’autorevolezza non si misura con i manganelli».
Piantedosi rincara la dose: «Un inaccettabile atto di violenza che è sintomatico del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposti in questi giorni le forze dell’ordine e la Polizia in particolare».
Il ministro ravvedrebbe una relazione tra gli incidenti a Torino e il trasferimento della dirigente del Reparto Mobile di Firenze, Silvia Conti. Funzionaria che gestiva le squadre spedite a Pisa a reprimere un corteo. Silvia Conti oggi è alla sezione anticrimine di Pescara, ma è prossima ad andare in pensione, tra sei mesi.
A dialogare coi centri sociali si perde tempo
A Torino, i poliziotti vengono difesi all’assessore regionale alla Sicurezza, Fabrizio Ricca: «Solidarietà all’agente ferito e ai cittadini torinesi, rimasti ostaggio di militanti anarchici che disprezzano le leggi e la convivenza civile. Dialogare con i centri sociali antagonisti è una futile perdita di tempo».
«Non è un caso che un episodio così grave avvenga proprio nella città dove il sindaco avvia la regolarizzazione dei centri sociali antagonisti», osservano l’assessore della Regione Piemonte Maurizio Marrone (FdI) e la vicecapogruppo del partito alla Camera Augusta Montaruli. «A Torino si è purtroppo creato un clima di impunità che rafforza le strategie della tensione e l’arroganza degli antagonisti».
L’accusa più grave è del sindacato Sap e punta dritta alle istituzioni: «Le conseguenze della presa di posizione di una parte della classe politica sui casi di Pisa e Firenze, imputando sin da subito colpe sulla polizia di Stato, si traducono oggi nell’assalto alla questura da parte di gruppi anarchici».