Siore e siori, stimato pubblico, ecco a voi un format nuovo di zecca, il “dinner talk” (conversazione a cena). È il frutto della storica immaginazione della giornalista Maria Latella, che Selvaggia Lucarelli definirebbe «una boomer». Per la terza puntata di A cena da Maria Latella, sarà in onda su Sky il 1° marzo una simpatica chiacchierata con Veronica Lario, nome d’arte per Miriam Bartolini. Tra l’altro, Latella ha scritto una biografia della Lario, intitolata Tendenza Veronica, pubblicata nel 2004. Solo per rinfrescare la memoria, si tratta della seconda moglie di Silvio Berlusconi, madre dei suoi figli Eleonora, Barbara e Luigi. Nota e stranota alle cronache dei primi anni Duemila per l’intervista a La Repubblica dove nominò «le vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo e la notorietà», scoperchiando il pentolone fumante delle Olgettine, da Ruby Rubacuori a Nicole Minetti.
La velina ingrata
Sobria ai funerali del fondatore di Fininvest e Mediaset, Veronica Lario ora è in vena di scaricare tutto il suo rancore per le vicende con l’ex marito, che non è più ovviamente in grado di confutare né replicare.
Lady Veronica supermiliardaria, con un assegno di mantenimento di 300mila euro al mese, la villona a Macherio etc etc? Ma dai, è una donna che è stata costretta a tirare a campare. «In realtà, non è stato nulla di tutto questo», piagnucola con Maria Latella. «C’è stata una sentenza che mi ha negato qualsiasi diritto, che ho rispettato, e oggi sono una persona normale, un’imprenditrice».
È dal 2009 che non esprime più il suo pensiero, siamo tutt’orecchie. «Sono passata dall’essere “una velina ingrata” al tribunale di Milano, che mi ha negato ogni diritto. Un salto di 10 anni in cui mi sono sentita un po’ vessata. Cosa facevo? Subivo ed è difficile combattere contro il potere e la stampa, soprattutto quando la stampa è piegata al potere. Io l’unica cosa che potevo fare era qualche passo indietro e quelli ho imparato a farli, forse dall’equitazione».
Sorvoliamo sull’uditorio che le ha riservato La Repubblica, che nel suo fare di tutta un’erba un fascio rientra tra i fogli “piegati al potere”. «Poi, finito questo momento per me davvero molto complesso, mi sono chiesta se era possibile ricominciare, per la mia vita e per delle scelte personali. In un certo momento ho pensato che per me non ci fosse più nulla, mi era stato negato un diritto, ho pensato “forse ha vinto il potere”. Ma mi sono detta: non ho finito. E ci ho provato».
I vantaggi da first lady
«I personaggi che sono passati nei salotti di Berlusconi sono stati sempre di grande livello e in qualche modo ne ho sempre subito il fascino», confida Veronica Lario. «Ma non ho mai pensato di trovarmi un mio spazio all’interno di quelle dinamiche. Io ero li perché rispettavo un ruolo, cercavo di farlo al meglio e per me significava fare un passo indietro».
Oh oh cavallo, oh oh cavallo
Non le è restato, nella sua valle di lacrime, che l’ippoterapia. «Inizialmente mi sono dedicata alla mia grande passione, che erano i cavalli. Una passione che non avevo mai pensato di coltivare. Dopo la separazione ho iniziato a montare a cavallo. A 55 anni, quando una smette, io ho iniziato. Mi è servito molto, ho usato molto dell’ippoterapia che mi ha aiutato tanto in questi anni di momenti difficili, nei quali era meglio chiudersi che aprirsi».
Sguardo su un radioso futuro
Veronica Lario avrebbe avviato una start-up sull’intelligenza artificiale: «I figli sono sorpresi, ma questo non mi vieta di colloquiare con loro, anzi è motivo di confronto». Il suo sguardo si rivolge in avanti. «Io ho una finestra ideale e quando la apro la mattina vedo il futuro, poi ne ho una alle mie spalle che apro poco, guardo sempre quella che mi fa vedere il futuro».
Le paure? «Le guerre, perché io sono nata 10 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, per cui tanti racconti della mia famiglia, vissuta vicino a Marzabotto, li ho sempre ascoltati e vissuti in modo drammatico. Ma la guerra è un discorso a parte. Io penso che i giovani abbiano un futuro ed in questo futuro ci sono dimensioni nuove come il metaverso, per cui “penso molto positivo”. E non m’annoio, e no che non m’annoio e non mi stanco…