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Chico Forti sarà trasferito in Italia

Lo annuncia il premier Giorgia Meloni: “Chico Forti dopo 24 anni di detenzione sarà trasferito in Italia”. È una notizia che sta impazzando su tutti i giornali data l’incredulità della questione. Sembrava una storia che non potesse più avere un lieto fine, ma evidentemente e fortunatamente non è così.

Le parole su Chico Forti

Lo ha annunciato in un video il premier Giorgia Meloni in visita a Washington e ringraziando le autorità americane: “Dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti, un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo e della collaborazione con lo Stato della Florida e con il governo degli Stati Uniti. È un giorno di gioia per Chico per la sua famiglia e per tutti no. Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto e ora lo aspettiamo in Italia”.

Chi è Chico

Una vita da film: forse è questo il modo più immediato per descrivere la biografia di Chico Forti. Ex imprenditore e pluricampione di vela, il 62enne trentino è stato fra i primi al mondo a eseguire il salto mortale all’indietro con il windsurf. È stato anche uno sciatore estremo e uno jumper, prima che un incidente automobilistico ponesse fine alla sua carriera sportiva nel 1987. Lo sport però passò a raccontarlo da giornalista, per poi intraprendere anche la carriera del produttore tv e dell’organizzatore di eventi. Nel 1990 arriva la fama televisiva, con la sua partecipazione a Telemike in qualità di esperto di storia del windsurf e la notevole vincita in denaro grazie alla quale si è trasferito negli Stati Uniti un paio di anni dopo. Qui conobbe e sposò Heather Crane, madre dei suoi tre figli. La capacità di Chico Forti di muoversi nel mondo degli affari gli consentì di accumulare una piccola fortuna grazie a ben oculati investimenti immobiliari, accumulò una piccola fortuna.

Il carcere

Proprio uno dei suoi affari fece però piombare Chico Forti nel baratro. Trattando l’acquisto Pike Hotel di Ibiza, l’ex velista invitò i propietari australiani Tony Pike e il figlio Dale a Miami. Il 15 febbraio 1998, poche ore dopo il suo arrivo in aereo nella città della Florida, il giovane venne trovato morto su una spiaggia. Interrogato dalla polizia americana, Chico Forti inizialmente negò di aver incontrato Dale Pike, salvo poi dichiarare di averlo lasciato davanti a un parcheggio poco dopo averlo prelevato in aeroporto. L’interrogatorio avvenne senza un avvocato, violazione che secondo la legislazione statunitense rende nulle le prove acquisite.

Il processo portò nel 2000 alla pronuncia da parte della giuria popolare. Giuria che ritenne Chico Forti colpevole dell’omicidio “oltre ogni ragionevole dubbio”. Nonostante le irregolarità con cui fu realizzato l’interrogatorio e l’assenza di tracce di Dna e impronte sul luogo del crimine. Un verdetto molto discusso anche per l’assenza del test della polvere da sparo. E nonostante il superamento della prova della macchina della verità, alla quale l’imprenditore italiano si è sottoposto volontariamente. Lo hanno quindi condannato all’ergastolo.

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