È corsa agli armamenti. Una pagina di storia che si ripete. Per dirla alla Nietsche, «l’eterno ritorno dell’uguale». Prima ci si è messa Ursula von der Leyen, a sparare che «la guerra non è imminente ma non è impossibile» e auspicare un rinforzo dell’apparato bellico.
Ora, il Pentagono: «Stanziare i fondi per l’Ucraina è cruciale», intima il capo del Dipartimento di Difesa, Lloyd Austin. «Sappiamo che se Putin avrà successo non si fermerà. Continuerà a essere più aggressivo nella regione», minaccia.
«E altri leader in tutto il mondo, altri autocrati guarderanno a questo. E saranno incoraggiati dal fatto che ciò è accaduto senza che noi siamo riusciti a sostenere uno Stato democratico».
Di che cosa è capace Putin
Lo squillo di tromba di Austin: «Se sei un Paese baltico, sei molto preoccupato se sarai il prossimo: conoscono Putin, sanno di cosa è capace. E francamente, se l’Ucraina cade credo davvero che la Nato entrerà in guerra con la Russia».
A Dillinger, basterebbe già questa nube nera per far tremare i polsi. C’è di peggio, molto peggio. Putin: «Possediamo armi capaci di raggiungere i Paesi occidentali». Italia compresa, ricordiamo.
A Emmanuel Macron, che ha appena sostenuto la necessità di spedire truppe in Ucraina, il satrapo russo risponde: «Ricordiamo il destino di coloro che in passato hanno inviato i loro contingenti nel territorio del nostro Paese. Ora le conseguenze per gli eventuali interventisti saranno molto più tragiche».
Prima Putin liquida come «false» le accuse di Washington di voler dispiegare armi nucleari nello spazio. Subito dopo rilancia: «Tutto quello che l’Occidente sta escogitando porta veramente alla minaccia di un conflitto con armi nucleari e quindi di un annientamento della civiltà».
La Grande Russia
I suoi militari «non si ritireranno, non falliranno, non tradiranno». All’orizzonte, il sorgere di una Grande Russia, risoluta nel voler diventare «una delle quattro più grandi economie al mondo».
Dillingeriani di tutta Italia, uniamoci. Col piffero che vogliamo entrare in guerra per la Nato. Urge una nuova Sigonella.