Le primarie repubblicane a Washington segnano la prima vittoria elettorale di Nikki Haley, rivale di Donald Trump dopo essere stata una delle sue figure di fiducia. Suona come una vittoria di Pirro: per molti analisti, potrebbe rivelarsi l’unica sfida vinta dall’ex governatrice del South Carolina.
The Donald non la prende bene
Quel volpone di Trump ben sapeva di non godere di popolarità tra i 22.000 elettori repubblicani registrati nella capitale degli Stati Uniti. Nonostante abbia lasciato al loro destino le urne a Washington, The Donald non ha incassato la notizia con sportività.
Sul suo social media Truth, denigra Haley chiamandola «cervello di gallina». «Mi sono tenuto volutamente alla larga da Washington, la “palude”, con pochissimi delegati e nessun vantaggio», precisa l’ex presidente. «“Cervello di gallina” ha speso lì tutto il suo tempo, il suo denaro e i suoi sforzi. I numeri davvero grandi arriveranno nel Super Tuesday».
Martedì 5 marzo la grande sfida
Chiamato anche “caucus” – termine di origine indiana, riferito alle riunioni dei capi tribù di Algonquin – il Super Tuesday è uno dei giorni più importanti per le primarie presidenziali negli Usa. È il martedì in cui il maggior numero di stati americani tiene le proprie primarie elettorali per i candidati presidenziali dei partiti Democratico e Repubblicano. Questo “super day” è in calendario per martedì 5 marzo e, in America e nel mondo, è atteso col fiato sospeso.
Nikki Haley nasce nel 1972, con il nome Nimrata Randhawa, nella piccola cittadina di Bamberg, South Carolina. Figlia di immigrati indiani sikh, da ragazza si converte al cristianesimo. Fa il suo ingresso in politica a 32 anni, come rappresentante alla Camera del South Carolina. Due anni dopo, si aggiudica il posto di governatrice del South Carolina.
Nel 2016, eletto presidente degli Stati Uniti, Trump la nomina ambasciatrice americana alle Nazioni Unite. Nel Palazzo di Vetro, Haley convince Cina e Russia a imporre sanzioni alla Corea del Nord e si distingue per la posizione dura contro l’Iran e in difesa di Israele.