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Il trapper Jordan Jeffrey Baby trovato morto in carcere: aveva una corda intorno al collo

Il trapper si è suicidato in un carcere di Pavia, e sosteneva anche di aver subito maltrattamenti durante la sua detenzione

Cosa è successo?

Il trapper Jordan Jeffrey Baby si è suicidato in una cella del carcere di Torre del Gallo a Pavia, dove stava scontando una pena di 4 anni e 4 mesi. Il ragazzo è stato trovato privo di vita, con una corda al collo. Tre mesi fa Jordan era stato stato trasferito in una comunità pavese, dopo aver ottenuto la misura dell’affidamento terapeutico. Misura che è stata poi sospesa dal Tribunale di Sorveglianza, che ha disposto il ritorno in carcere del giovane trapper. Jordan aveva già tentato di uccidersi poco tempo fa.

Chi è Jordan Jeffrey Baby

Jordan Jeffrey Baby è il nome d’arte di Jordan Tinti, 26 anni, giovane trapper che ha iniziato a fare musica da giovanissimo. È sempre riuscito a far parlare di sé: basti pensare che nel 2019, per lanciare il suo nuovo singolo, decide di salire sul tetto di un’auto dei carabinieri.

Nell’aprile 2023 Jordan era stato riconosciuto colpevole di rapina aggravata dall’odio razziale, ai danni di un operaio di 42 anni originario della Nigeria. L’aggressione era avvenuta in un sottopassaggio della stazione di Carnate (Monza e Brianza). Insieme a lui aveva partecipato alla rapina anche il trapper romano Traffik (nome d’arte di Gianmarco Fagà), condannato a cinque anni e quattro mesi. Jordan aveva già tentato il suicidio in passato, sostenendo anche di aver subito maltrattamenti durante la sua detenzione.

Il suicidio

«Il mio assistito non doveva tornare in quel carcere. Lo avevo sentito ieri alle cinque del pomeriggio, per un colloquio telefonico, e nulla faceva pensare a un epilogo simile. Sono abbattuto come uomo, ma come avvocato mi batterò perché venga fatta chiarezza, a partire dall’autopsia. Una morte così, di un ragazzo di 26 anni, è una sconfitta per tutti», spiega al Corriere della Sera l’avvocato Pisani. Non sembrano esserci dubbi riguardo la volontarietà del gesto compiuto dal trapper, ma è l’avvocato stesso ad affermare che «la vicenda va chiarita in tutti i suoi aspetti».

Pesano, senza dubbio, anche gli abusi e le violenze che Jordan dichiarava di aver subito proprio in quel carcere.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.